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Quella fede cristiana che riesce sempre a guardare lontano

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Nel film di Maite Carpio le esperienze dei cattolici in Etiopia, Uganda, Pakistan

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Nonmi ci abituerò mai». È solo una delle immagini forti del documentario «La Chiesa altrove», di Maite Carpio, che viene presentato quest'oggi all'Ara Pacis di Roma. Ogni immagine è un pugno nello stomaco: «La Chiesa altrove» condensa in un lungometraggio speranze, dialogo, preghiere e martirio dei credenti di oggi. È la ricerca di significati e valori che, nel tepore rassicurante del consumismo occidentale, rischiano di essere nominati e non capiti. Così Maite Carpio, senza mai perdere di vista l'irrinunciabile riferimento di Roma e dei pontefici, vola lontano «dar cuppolone», va dove essere cristiani, apostolici e romani non è scontato e la parola di Gesù costa dolore, fatica e, qualche volta, la vita. Con la consulenza degli storici Alberto Melloni e Andrea Riccardi il documentario inizia il suo cammino nel monastero di Deir Mar Musa in Siria, abbandonato finché il padre gesuita Paolo Dall'Oglio ha fondato qui una comunità che si dedica al dialogo interreligioso. A Deir Mar Musa al-Habachi, vicino Nabak, essere cristiani non è facile. Proprio per questo padre Dall'Oglio appare avere le idee molto chiare sul futuro di un credo che dovrà sempre più essere in grado di convivere con altre fedi e, se serve, anche a cambiare punto di vista, soprattutto, spiega, sul ruolo della donna. Il documentario si articola in tre momenti narrativi ciascuno ispirato ad una delle «armi» del buon cristiano: la preghiera, la carità e il martirio. Parlano di questi argomenti tre relatori d'eccezione: padre Bianchi, monsignor Ravasi e Andrea Riccardi. Questa divisione viene sovrastata dalle testimonianze di chi è impegnato, tutti i giorni, ad essere cristiano in Etiopia, Uganda, Pakistan, Turchia e Siria. Qui, ad esempio, a Ma'lula, non lontano da Damasco, si parla ancora l'aramaico: la lingua di Cristo. E qui padre Tufik vive da solo in un monastero. Ogni giorno celebra la Messa, da solo e, al termine, girandosi verso i banchi vuoti recita la formula: «La Messa è finita, andate in pace fratelli». E non poteva mancare la storia di Shahbaz Bhatti, unico ministro cattolico del Pakistan, coraggioso oppositore dei fondamentalisti, che è stato ucciso in un agguato nel marzo scorso. «La Chiesa altrove» è stato realizzato per «La Grande Storia» di Rai 3 da Anthos produzioni, azienda specializzata nei documentari. L'appuntamento per la proiezione è oggi, via di Ripetta 190, ore 18,30, ingresso libero fino all'esaurimento dei posti.

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