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Profumo di menta e sospetto aroma d'aglio

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L'anonimatoche li appiattisce pure ne esalta le qualità più comuni che, esposte con maliziosa tecnica di risalti e sottrazioni, finiscono per assumere connotati appariscenti e memorabili. Dall'appunto curioso o insignificante fiorisce una sorta di rappresentazione grottesca, ridanciana, eroicomica, dal sapore antico. Ne scaturisce, anche in «Zia Antonia sapeva di menta» (Garzanti, pag. 154 euro 13,90), una trascrizione puntuale, documentata, consegnata al viavai di cose, condizioni, mediocri, volti di un ambiente soffocante che non chiede riscatto alla trasfigurazione ma si esprime nella densità di piccoli gesti, saggezza antica, ribalderia e passioni elementari incanalati nel flusso monocorde dell'esistere. L'autore affronta tematiche ruvide, che però diluisce in un contesto narrativo affabulante, con toni da commedia popolare, riuscendo a trovare un equilibrio tra un troppo ingombrante scadimento di valori e la generosità di fondo dello sguardo del racconto che assolve, premia, riscalda con simpatia e partecipazione. Nella casa di riposo di Bellano zia Antonia riceve come sempre l'affettuosa visita del nipote Ernesto, impiegato in un cotonificio. Ma questa volta qualcosa di insolito attira l'attenzione dell'uomo. Dalla bocca dell'anziana promana un insolito odore di aglio e non il consueto aroma di menta, frutto di "chili e chili di caramelle e mentine succhiati nell'arco di una vita intera". Dell'incomprensibile fenomeno viene informata la superiora suor Speranza. A raggiera si dipartono le direttrici di una vicenda che diventa un rebus. La zia Antonia confida al dottor Fastelli di non aver ricevuto da due mesi il suo estratto conto bancario. Suor Speranza collega il fatto alla faccenda dell'aglio. Antonio, fratello di Ernesto, attratto dalla provocante Augusta Peretti, si disinteressa totalmente della zia, salvo un improvviso pentimento. E il libro si costella di termini come "trappola", "congiura" e tornano in campo l'odore dell'aglio e un sospetto movimento bancario. E intanto l'autunno declina e arriva un inverno che sembra non dover mai finire.

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