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Meryl da Oscar nella bufera

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Mezza Inghilterra contro il kolossal «The Iron Lady» Gli amici di Maggie: «È un insulto per fare soldi»

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Nonè così per «The Iron Lady», biografia del'ex primo ministro del Regno Unito Margaret Thatcher che, a un mese esatto dall'arrivo nelle sale (americane), sta scatenando polemiche incandescenti. Per chi la «Dama di Ferro» l'ha conosciuta davvero quella pellicola è nata solo per far soldi ed è un insulto alla vera Thatcher. Ma la protagonista, Meryl Streep, non si discute. Per lei, polemiche a parte, già si parla di Oscar. In realtà la «guerra» è iniziata da un bel pezzo. Un anno fa uscirono indiscrezioni sulla sceneggiatura: Margaret Hilda baronessa Thatcher di Kesteven, ex primo ministro britannico dal '79 al '90 (a tutt'oggi unica donna ad aver ricoperto la carica) è ormai una signora anziana e fragile che manifesta segni di demenza senile: questo l'inizio. Alla notizia i figli Mark e Carol, che evidentemente preferirebbero un velo di silenzio, si dichiararono «indignati» e furono subito appoggiati dai conservatori, compagni di partito della Thatcher. Qualcuno disse anche che affidare a una attrice americana (anche alla più brava e famosa) la parte di una delle figure più note della storia britannica era un'«assurdità». All'inizio della «storia» del film tutti ritenevano che sarebbe stato ambientato nel 1982 e avrebbe seguito la carriera della Thatcher partendo dalla guerra delle Falkland, quando la vittoria nel conflitto fece guadagnare al premier conservatore, fino a quel momento in grande difficoltà, il consenso per conquistare il secondo mandato. Il film invece inizia con la Lady di Ferro oggi, attempata signora dal passo malfermo, che entra in un negozio per comprare un litro di latte e resta scioccata dai prezzi. Intanto la scorta è in agitazione perché la donna ha lasciato l'abitazione senza farsi accompagnare. Inoltre la Thatcher, palesemente afflitta da demenza senile, ricorda la sua carriera passata, parlando da sola ad alta voce, senza rendersi conto che il marito, Denis, è morto da anni. Le indiscrezioni sulla pellicola sono di alcuni critici ai quali, nei giorni scorsi, è stato fatto vedere il film in anteprima. A loro, comunque, il film è apparso molto bello. Commenti positivi sono arrivati da destra: il giornalista del Daily Telegraph ha messo i «preconcetti a riposo», dopo averlo visto, e da sinistra: per il Guardian il film è «stupefacente». Nonostante questo lord Bell, ex consigliere della Thatcher per tutti gli anni Ottanta, ha tuonato che non vedrà la pellicola definita «spazzatura». Il film «servirà solo a far fare soldi alla Streep - ha detto - e a chi l'ha scritto». Ma per il critico del Telegraph, giornale di assoluta fede Tory, sono proprio le scene «incriminate» a rendere la storia commovente: «Sono quei frammenti del presente che permettono alla Streep di interpretare con vulnerabilità la Lady di Ferro. Tutte le altre scene a Downing Street, in cui la Thatcher è una implacabile forza della natura, sono meno interessanti dal punto di vista della recitazione». La regia del kolossal è di Phyllida Lloyd, che aveva già lavorato con la Streep in «Mamma Mia!» e a questo punto non resta che attendere l'uscita: negli Usa il 16 dicembre, nel Regno Unito il 6 gennaio, mentre per l'Italia ancora non c'è una data definita. Certo la situazione è confusa e solo una visione diffusa (almeno nel Regno Unito) potrà sciogliere qualche nodo. Polemiche a parte già si parla di Oscar e questo ha un po' confuso i britannici che si erano avvolti sdegnati nella «Union Jack» alla notizia che una star americana era stata scelta per interpretare l'unico primo ministro donna della storia del Regno. Il giudizio dei critici non ha comunque fatto cambiare idea ai politici Tory che, se il film è realmente bello e commovente come si racconta, rischiano la figuraccia. L'ottantaseienne Maggie Thatcher non appare in pubblico dal 2002, su consiglio dei suoi medici e dopo aver sofferto di numerosi ictus: la figlia Carol rivelò nelle sue memorie, pubblicate nel 2008, che la madre soffriva ormai da anni di demenza senile. Politica (e Storia) a parte quello inglese è un popolo di scommettitori. Sul film i professionisti della categoria hanno le idee chiare: avendo visto il solo poster di «The Iron Lady», scoperto l'altro giorno a Londra dalla Streep in persona, hanno subito quotato Meryl per l'Oscar. I bookie scommettono, comunica Agipronews, sulla sua vittoria nella categoria «miglior attrice». Sulla lavagna della casa di scommesse William Hill Meryl è la superfavorita per la statuetta, la sua vittoria è data a 2,25.

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