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Con Fiorello torna la nostalgia dei varietà Rai

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Lavalanga Fiorello, con il suo 40 per cento di share ha praticamente seppellito il Grande Fratello, inchiodato al 16, 5. Dieci milioni di italiani hanno optato per il supervarietà del mattatore siciliano, snobbando le liti e il turpiloquio dei fancazzisti della Casa di Canale 5. Lo scontro ha inaugurato, neppure troppo sotterraneamente, la post-pax tra Rai e Mediaset. Viale Mazzini poteva scegliere serate più comode per ottimizzare l'audience dello show di Fiore, e invece ha mirato dritta al cuore - logoro e ingrossato dalla claustrofobia - del reality del Biscione. Così, in due diversi studi di Cinecittà si è combattuta la guerra strisciante fra due modi diversi di fare televisione: quello impoverito, troppo spesso indifendibile dei «ragazzi» della Marcuzzi, effimeri attori da scannatoio dell'ignoranza; e quello sontuoso, tutto milleluci e nostalgia (vedi la strepitosa sigla finale in bianco e nero con Giorgia a emulare la Mina di "Se telefonando"), che ha felicemente occupato Raiuno. E che giocasse a padellate con Djokovic o chiedesse alla Hunziker la traduzione tedesca del "culetto piccolo piccolo" della Merkel, che cantasse un inno di Mameli rap dedicato a Napolitano ("che ha tenuto in piedi la baracca Italia"), o che riproponesse l'irresistibile monologo teatrale sul padre in ansia che va a riprendere la figlia adolescente in discoteca, Fiore ha dimostrato che la vecchia tv è costosa ma imbattibile. E se Garimberti, Lei e Mazza esultano per il risultato, oggi hanno un problema in più: perché Rosario ha dimostrato che i format storici vincono sempre, con la loro abbagliante eleganza, brillantezza e la giocosa qualità della satira. Varietà conformisti, ma così "alti" e ben fatti da apparire rivoluzionari. C'è voglia di "Studio Uno", di "Canzonissima", di "Teatro Dieci". Il guaio è che di Fiorello ce n'è uno, e lui funziona centellinandolo e facendo crescere la fame del suo ritorno. È solo: non ci sono più i Chiari, Lupo, Vianello, Tortora, Bongiorno, e Baudo è a fine corsa. Ma dopo questo show, sarà difficile riabituarsi alla tv spazzatura. Con i lustrini e i colpi di genio, potremmo tornare serenamente anche al monopolio.

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