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Lo spettro di Marilyn tra posaceneri e bottigliette firmate

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Sene sono viste di più con la Monroe defunta che con la Monroe viva. Ma quella impersonata da Michelle Williams e arrivata ieri al Festival ha una marcia in più. «Non è un biopic, ma una finestrella sulla vita della Monroe - ha detto il regista Simon Curtis del suo "My Week with Marilyn", fuori concorso al Festival - E credo di essere stato benedetto dal coraggio di Michelle Williams, che ha accettato la parte». Oltre la leggenda - Il film è basato sul libro di memorie dell'allora assistente di regia Colin Clark (impersonato dal bravo Eddie Redmayne) «Il principe, la ballerina e io». Clark, che lo ha scritto negli anni '90, quarant'anni dopo l'esperienza vissuta, ricorda la sua amicizia con la Monroe durante la lavorazione, negli studi Pinewood di Londra, del film «Il principe e la ballerina, diretto e interpretato da Laurence Olivier. È il 1956, Marilyn è all'apice del successo e in luna di miele con il terzo marito, il drammaturgo Arthur Miller. La star vuole imporsi come grande attrice con un film insieme alla più alta divinità dell'Olimpo degli attori: sir Laurence Olivier. Non sarà un'esperienza facile: Marilyn è giovane, fragile, cronicamente in ritardo e senza memoria per le battute, che puntualmente «ritocca» a suo piacimento. Olivier è una macchina da guerra: puntualissimo, duro, tagliente. Il suo rapporto con la Monroe sarà tra i più... frizzanti della storia del cinema. Julia Ormond fa Vivien Leigh, la moglie di Olivier, gelosissima di Marilyn e poi ci sono Emma Watson (quella di Harry Potter), una superlativa Judie Dench (ma ormai ci siamo abituati), Dougray Scott che interpreta Miller. Olivier ha il volto perfetto di Kenneth Branagh. Memorabili i momenti in cui Branagh-Olivier, per calmarsi dall'agitazione causata dalla sregolatezza di Marilyn, recita brani di «La tempesta» di Shakespeare. «Come per Michelle Williams, Branagh è stata la mia prima scelta - dice ancora il regista - A quell'epoca Olivier aveva 50 anni e io volevo un attore con l'età giusta, ma non solo: sin dagli inizi della sua carriera, Branagh è stato sempre considerato il "prossimo" Laurence Olivier». Ottima scelta: è impressionante quanto Branagh, con la sola espressione del viso e un soffio di trucco, assomigli al grande Olivier. Oltre la sete - Di gadget al Festival se ne vedono parecchi. Anzi, sembra che siano le cose che più fanno parlare e (segretamente ma non troppo) le più desiderate. Ci sono anche delle bottigliette d'acqua particolari. Ovviamente Ferrarelle (tra gli sponsor dell'evento) hanno grande sull'etichetta lo stemma del Festival e una bella scritta «special edition». All'Auditorium si vedono solo quelle. Chissà, forse tra qualche anno saranno degli ambiti oggetti di antiquariato. Oltre la nicotina - Gli stranieri rimproverano agli italiani di imbrattare le strade. Veramente anche gli italiani si lamentano che le strade del Belpaese sono più sudice di quelle di Londra o Parigi (chissà se sarà poi vero). Comunque parte proprio dal Festival una singolare campagna per le strade pulite. Tra i tanti gadget viene offerto agli ospiti dell'Auditorium un piccolo posacenere portatile a forma di ciak cinematografico, per metterci cenere e cicche, invece di gettarle a terra. È talmente carino che qualcuno lo usa pure.

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