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Lilia, il più bel sorriso dei «telefoni bianchi»

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LiliaSilvi, classe 1921, una bellezza «pura», una presenza magnetica in scena, è stata una grande attrice di «prima della guerra». Ha recitato con il mitico Amedeo Nazzari, ha incarnato quella femminilità luminosa e vitale che sa conquistare il pubblico di ogni era. Per rendere omaggio all'attrice il regista Mimmo Verdesca ha realizzato il documentario «In arte Lilia Silvi», prodotto da Fabio Grossi e Leo Gullotta per Fuxia-Contesti d'Immagine. Il film sarà presentato, nell'ambito del Festival, venerdì 4 novembre, alle 15,30 alla Casa del Cinema. La Silvi divenne famosa in Italia negli anni '40, è stata una delle attrici più acclamate e popolari del periodo dei «telefoni bianchi». Verdesca ricostruisce nei dettagli la sua vita e la sua carriera, in un ritratto umano e sincero, in cui Lilia Silvi, oggi, regala preziosi ricordi e inediti racconti, arricchiti dalle immagini dei suoi film più significativi e da un vasto e raro materiale documentaristico. Il ritratto della diva è completato dal commento di Orio Caldiron. La Silvi, dopo aver frequentato la scuola di ballo dell'Opera di Roma, debutta al cinema nel 1936 con «Il cantico della terra» (noto anche come «La capanna dell'amore») di Salvatore Ramponi. Partecipa anche al celebre «Il signor Max» nel 1937 e nel film diretto da Max Neufeld, «Assenza ingiustificata», interpreta la compagna di scuola terremoto di Alida Valli. Nel dopoguerra si dedica al teatro di rivista accanto a Carlo Campanini. Nel 1951, dopo un breve ritorno al cinema con «Napoleone» di Carlo Borghesio, deciderà per uno spontaneo addio al mondo dello spettacolo per dedicarsi alla famiglia. A sorpresa, quasi novantenne, nel 2011, torna a recitare nel film «Gianni e le donne» di Gianni di Gregorio. Ora si racconta nel prezioso documentario «In arte Lilia Silvi». A. A.

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