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Calcio in provincia come solidarietà maschile

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Ancorauna volta, come era già accaduto nel suo documentario «Come a Cassano» (menzione speciale ai Nastri d'argento 2006), il campo di calcio è uno dei momenti portanti nella formazione maschile giovanile. Stavolta, l'ambientazione del film (tratto dall'omonimo romanzo di Mario Desiati e dall'11 novembre in sala distribuito da Fandango) è la Puglia solare degli anni '90, dove i quindicenni Veleno e Zazà crescono tra natura e inquinamento, sogni, pallone e malavita, affascinati entrambi da Annalisa, una sorta di madonna randagia e folle che indica loro una strada possibile da vivere. Uno dei protagonisti, Zazà (l'esordiente Luca Schipani, vera promessa del calcio) è il bomber della squadra del paese e aspetta la convocazione per il provino alla Juventus. «Il campo di pallone è il luogo ideale in cui ci si lascia andare alla foga e alla realtà - ha spiegato il regista pugliese testimone con il cast di Save the Children per dire basta alla mortalità infantile - Mi piace dire che lì ci si sporca la vita. I tre personaggi del libro mi hanno subito colpito. Il quarto protagonista è il territorio, un luogo della provincia di Taranto avvelenato: ha una bellezza arcaica che viene ferita dalle gravine naturali e dal polo industriale con le sue ciminiere. È però una storia italiana, non solo pugliese, che racconta il decennio amorfo degli anni '90, un periodo in cui l'Italia cambiava: dal populismo alla violenza del linguaggio che entrò in politica fino alla tv che invase le case». Per lo scrittore Desiati, presente all'incontro stampa, «quello che Pippo ha raccontato e che c'è anche nel mio libro è la solidarietà feroce tra adolescenti di provincia». Il produttore Domenico Procacci di Fandango (anch'egli pugliese) ha infine sottolineato che «non faccio film perché sono ambientati in Puglia, ma perché hanno valori universali. Din. Dis.

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