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Pappano e Mahler

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La coppia magica di Santa Cecilia In programma la «Sinfonia dei mille» con le voci del coro nazionale cinese

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Ceciliacontinua a navigare felicemente a vista pur tra gli scogli dei tagli ministeriali. Così ci si avvicina all'inaugurazione con entusiasmo nel nome di due titani della musica, Liszt e Mahler, come sempre tirati in ballo dalle ricorrenze centenarie. Se oggi sarà Michele Campanella a inaugurare la stagione da camera con la granitica Sonata in si minore che fonde macro e microstruttura sonatistica e col terzo libro degli Années de pélerinage di Liszt, molta è l'attesa per l'inaugurazione sinfonica di domani (repliche domenica e lunedì) con l'Ottava di Gustav Mahler detta Sinfonia dei mille per il largo organico strumentale (150 professori) cui si aggiungono otto solisti di canto e un nutrito coro di 500 persone (a quello ceciliano si è unito addirittura il Coro Nazionale Cinese e un coro di voci bianche). Con Mahler l'Accademia vanta del resto un rapporto privilegiato sin da quando il musicista boemo venne a Roma come direttore nel 1907 e nel 1910 per i concerti ceciliani. Il direttore musicale dell'Accademia, Antonio Pappano, ha del resto dimostrato in questi anni a Roma un crescente interesse per il musicista e il 2011 ha visto la programmazione dell'integrale delle Sinfonie di Mahler, un ciclo che si completerà in novembre (10-12) con tre concerti diretti da Gergeev (Sinfonie n.3, 4, 7 e 10). Una di queste esecuzioni (la Sesta Sinfonia) è stata anche incisa discograficamente da Pappano sul podio dell'orchestra dell'Accademia con una lettura incandescente e vibrante. Apertura alla grande dunque, nel senso più letterale della parola. L'Ottava Sinfonia (1906), che contende alla strawinskiana Sinfonia di Salmi il titolo di Sinfonia Corale del XX secolo, fonde del resto molti dei temi mahleriani. Lo spunto viene dal Veni Creator Spiritus medioevale, ma anche dalla scena finale del Faust di Goethe e mira al raggiungimento di un nuovo moderno umanesimo. Se l'antica preghiera si fa marcia militare e persino grido che si rivolge al cielo superando il dubbio, la finale redenzione in Goethe di Faust, prototipo del ricercatore di tutti i tempi si lega a una ottimistica speranza nel futuro. La musica di Mahler è come l'erma di Giano bifronte: guarda al passato romanticismo ma anche al modernismo novecentesco e alla crisi del linguaggio sonoro che porterà a Schoenberg. La storia gli ha dato ragione facendone da un grande inattuale, un grande attuale, giudizio allora rivolto a Richard Strauss, oggi visto più come geniale epigono che come apripista del nuovo secolo.

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