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Cristiana Capotondi «Attenti alle follie prima delle nozze»

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Maquando l'agitazione si trasforma in una serie di eventi tragicomici ecco che tutto si trasforma in una commedia. Molto all'inglese, come «La peggiore settimana della mia vita» (da venerdì in 400 sale distribuita da Warner), nella quale il regista Alessandro Genovesi dirige un comico raffinato (come Fabio De Luigi) e un'attrice eterea qual è Cristiana Capotondi. La diva trentenne è attesa anche sul red carpet del Festival di Roma per il film in gara di Ivan Cotroneo «La kryptonite nella borsa», nel ruolo della zia pittoresca e napoletana di un bambino sfortunato. Capotondi, quanto le somiglia il personaggio di questa commedia? «Margherita ha una personalità che per certi versi si avvicina molto alla mia: è una donna determinata e senza ambiguità nel suo rapporto con Paolo, alias De Luigi. Anche se in fase di scrittura non emergeva l'amore e la dolcezza per il suo uomo, alla fine, sulla scena ho accentuato questo lato». Aneddoti sul set che ricorda in modo particolare? «Abbiamo lavorato in una villa sul lago di Como ed è stato un mix di divertimento e professionalità. A parte De Luigi, un attore dal talento smisurato che può e sa far tutto, c'erano i miei genitori, interpretati da Monica Guerritore e Antonio Catania e i miei stravaganti suoceri, ovvero Andrea Mingardi e la sua giovane compagna, nel film Arisa. E poi, recitavano Chiara Francini e Alessandro Siani (il testimone di nozze) che ha portato sul set uno scompiglio disordinato e faceva ridere tutti noi. La commedia ha rispettato il genere inglese a cui si è ispirata, la serie della Bbc dal titolo omonimo (The worst week of my life). E alla fine si ride non solo per le gag, ma soprattutto per i paradossi delle situazioni». Questo significa che anche il cinema italiano aspira ad un divertimento più raffinato e meno becero? «Credo di sì. Già nella scorsa stagione ci sono stati segnali per cui si può andare ben oltre la solita commedia natalizia. Adesso può esserci lo spazio anche per un tipo di trama garbata ed elegante che sia nello stesso tempo romantica e comica. Questa è una commedia unica nel suo genere: c'è la chiave della comicità affidata ad un attore molto amato dal pubblico e poi c'è la parte sentimentale molto curata che appassiona sempre diverse fasce di età». Esistono quindi meccanismi di comicità e divertimento che vanno al di là del momento storico e sociale in cui si vive? «Certo. Questo è un film che si può vedere oggi, ma che potrebbe con il tempo diventare un evergreen, offre divertimento puro al di là dell'epoca in cui è stato realizzato. Siamo figli di una cultura in cui la commedia era attenta al sociale, ma non è questa la chiave scelta dal regista Genovesi: il nostro è un film che prescinde dall'attualità a tutti i costi ed ha elementi universali. Amo molto questo mix di comicità e romanticismo, per me è tutto un gioco al rialzo». Qual è stata la settimana peggiore della sua vita? «Contando tutti i giorni ne avrò avuti al massimo 4 o 5 veramente brutti tutti consecutivi. Ma i miei giorni da cancellare, uniti, formerebbero di sicuro tante settimane».

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