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Andrea Molesini «Nessuno perdona i successi letterari»

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Mipiace la vita privata e poi il quarto d'ora di notorietà è un cattivo compagno di strada lusinga la parte peggiore di noi, la vanità». – La scrittura è? «Gioia e dolore». – E cos'altro? «Levatacce, insoddisfazione costante, il tormento del continuo ripensare ma anche un sottile piacere che riempie e germoglia dentro non aiuta ad essere felici comunque». – Il titolo del suo libro un titolo molto particolare... «È nato un po' per caso la guerra "imbastardisce" tutti i rapporti umani fra classi sociali fra giovani e vecchi quest'ultimi seppelliscono i primi tra uomini e donne, tra armati e civili». – Una scelta di chi? «Mia, solo mia». – La letteratura è territorio di libertà? Alla domanda "lei è un libero pensatore"? «James Joyce rispose "Certo che no, pochi fra noi sanno pensare, nessuno è libero"». – Che cos'è la libertà? «Una cosa che non c'è ma di cui si sente il bisogno, credo». – Più docente o più scrittore? «Scrittore». – Veneziano di Venezia...ha un significato? «Esci di casa e trovi mille negozietti che vendono maschere, coriandoli, vetri di Murano fatti in Cina, ma per comprarti la carta igienica devi farne di strada». – Ha cominciato a scrivere quando? «Poesie e fiabe presto, anche se per molti anni ho buttato via quel che scrivevo. Ma questo romanzo, il primo, l'ho cominciato nel 2005, a cinquant'anni». – In letteratura il successo è? «Una cosa che non ti viene facilmente perdonata, temo». E nella vita di tutti i giorni il successo è? «Una gran seccatura». – Venezia cos'è per lei? «Un luogo che mi fa soffrire quotidianamente vidipeso da orde di turisti. Il turismo è una lebbra, distrugge la dignità degli antichi mestieri, quel lento sapere tramandato di padre in figlio, qui quasi tutti aspirano a fare il cameriere, nelle sue diverse forme, l'albergatore il bancarellaro, la guida e via così». – Si sta montando la testa? «Mi sembra difficile...ho letto guerra e pace». – Il suo valore più valore? «Il coraggio». – Il suo grido più credo. «Non credere». – Cosa non sopporta? «La volgarità». – La sua barca è per lei. «Un piccolo, prezioso spicchio di bellezza». Il suo scrittore preferito? «Omero». – Il libro che ha letto più volte? «L'Odissea». – La sua vita la sceglie ogni giorno lei? «Magari. Ci provo però». – È coraggioso? «Molto meno di quel che vorrei». – Una sua paura? «Che l'impeto che fa dello scrivere necessità mi abbandoni». – È vanitoso? «Abbastanza, ma un po' mi salvo perché ho il senso del ridicolo». – È altruista? «No». – È egocentrico? «Sì». – È ironico? «Sì ma vorrei esserlo di più». — Il potere l'affascina? «No, fa gli uomini vecchi».

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