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Il Bagaglino chiude bottega. Pingitore: «Ditemi perché»

Bagaglino

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C'è stato un momento in cui se non ci andavi non esistevi. Negli anni Ottanta il parterre del Bagaglino era il posto in cui stare. Vuoi perché si potevano incontrare i potenti di turno, vuoi perché lo spettacolo era ripreso dalle telecamere e andava in onda prima sulla Rai poi su Canale 5. La sala liberty nella romana via Due Macelli era la vetrina di un'Italia godereccia, un po' sorniona e disimpegnata ma mai di cattivo gusto. Sotto i riflettori le gag e le imitazioni di Oreste Lionello, Leo Gullotta, Pino Caruso. I politici, da Andreotti a Craxi, si vedevano riflessi in uno specchio deformante che, però, non travisava in modo strumentale tic, vizi e piccole manie. L'obiettivo della satira non era politico ma si inseriva nella tradizione dell'avanspettacolo del secondo dopoguerra. Tra uno sketch e l'altro, si ammiravano bellezze poco vestite, pronte ad ammiccare ma anche a prendere parte attivamente agli sketch. Stampate nella memoria le forme di Valeria Marini, Pamela Prati e, più di recente, Ramona Badescu, Angela Melillo, Milena Miconi, Manila Nazzaro, Justine Mattera, Antonella Mosetti e Aida Yespica. Dietro le quinte la mente di Pier Francesco Pingitore che ha creato la formula vincente nel lontano '65 in coppia con il compianto Mario Castellacci. Da allora un crescendo di successi e riconoscimenti. Sembrava un cammino inarrestabile ma il pubblico è sempre sovrano e fa le sue scelte. Senza appello. Come un fulmine a ciel sereno, per la prossima stagione la direzione del Salone Margherita ha deciso di non rinnovare la collaborazione con la compagnia di Pingitore. Il motivo è semplicemente commerciale: il calo di pubblico che ha coinvolto lo show negli ultimissimi anni. Pingitore, però, stenta ancora a crederci. «Ho ricevuto la comunicazione dal teatro - racconta Pier Francesco Pingitore - Non voglio fare polemica ma secondo me il nostro ultimo spettacolo è andato bene. Non mi spiego perché ora ci troviamo in questa situazione». Dalle origini in un quasi scantinato alle telecamere: l'eredità del Bagaglino passa anche attraverso lo schermo tv. Attraverso le decine di programmi nati sulla scia del modello Bagaglino, sull'onda del connubio tra gag, satira politica e belle donne. «Non voglio parlare di eredità - prosegue Pingitore - Penso solo che la nostra esperienza è nata da un'iniziativa privata di quattro giornalisti. Negli anni siamo sempre andati avanti contando solo sulle nostre forze. Senza aiuti politici o imprenditoriali di alcun tipo». Dal «Drive In» in poi la formula vincente si è fatta clonare sul piccolo schermo. È vero, forse oggi ha fatto il suo tempo ma certamente non sarà dimenticata. «Il 4 ottobre organizzeremo una festa - conclude il regista - Saremo in un locale di via Veneto in compagnia di tutti i nostri amici». L'inventore del Bagaglino non ci crede (almeno ufficialmente) ma chissà se il suo show potrà rinascere. Altrove.

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