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Gloria condannata ad essere star

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.Sarà perché il moltiplicarsi dei canali televisivi ha creato «fame» di programmi, sarà perché agli americani è venuta l'angoscia di stare perdendo il loro patrimonio culturale, fatto sta che le operazioni di restauro ci stanno regalando una serie di «perle». Ieri sera un po' tardi (23,20) Studio Universal, «la tv del cinema da chi fa il cinema», all'interno dello spazio «Lost & Found» ha offerto un boccone prelibato per i cinefili: una delle pellicole più famose e godibili interpretate da Gloria Swanson. «Tonight or Never» segna, nella rivoluzione del sonoro, (partita nel '27) la scelta di un cinema molto parlato, quasi teatrale, che ha per questo un disperato bisogno di attori e attrici «veri». Quella rivoluzione farà scomparire divi immensi (vedi Buster Keaton), farà nascere nuove stelle e, in casi rarissimi, consacrerà attori e registi in grado di dominate il muto e il sonoro. E due di questi sono in «Tonight or Never». Uno è il regista (e produttore) Mervyn LeRoy, l'altra è lei, la divina Gloria. Dotata di una bellezza austera e di uno sguardo magnetico che ne avevano fatto l'icona del cinema muto stelle e strisce, con il sonoro svelò una indole ironica adattissima alla commedia, perfino alla farsa. E questo è «Tonight or Never», storiella di una cantante d'opera che si innamora di... un presunto gigolò. È incredibile quanto il fascino della Swanson, ingenua e satanica, funzioni ad ottant'anni da quell'interpretazione. Non ci si stupisce che, quasi vent'anni dopo, Billy Wilder la scelga per il film più famoso della sua carriera: «Viale del tramonto». E non ci si stupisce che Gloria, divina e ironica, abbia voluto fare (nel '56) anche una bella commedia all'italiana: «Mio figlio Nerone», di Steno.

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