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E l'estro italiano del melodramma trova casa a Liegi

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Qualcunoha detto che il celebre Théâtre des Italiens parigino, diretto da Rossini e Bellini, è quasi rinato da qualche anno all'Opéra Royal de Wallonie di Liegi, la città che ha dato i natali a Grétry, e qualcuno già chiama scherzosamente la «banda degli Italiani» quel manipolo di artisti e operatori che nella bella cittadina vallone hanno saputo dar vita ad un corso virtuoso per la lirica con una programmazione particolarmente attenta all'opera italiana, da Mozart e Haydn («La vera costanza»), al poco rappresentato Galuppi (il raro «Inimico delle donne»), sino naturalmente a Verdi con l'Otello della scorsa stagione e il Trovatore di questi giorni, realizzato in coproduzione con il Verdi di Trieste, interpretato dalla coppia regina Daniela Dessì e Fabio Armiliato, cui si affianca il baritono Giovanni Meoni, per la vivace regia di Stefano Vizioli e la direzione musicale di Paolo Arrivabeni. Una produzione pan-italiana di tutto rispetto, applaudita con entusiasmo da un pubblico tra cui spiccano molti giovani, gli spettatori di domani. Il segreto del crescente successo sembra risiedere però non solo nelle oculate scelte del Sovrintendente e direttore artistico Stefano Mazzonis, ma anche nella stabilità economica e amministrativa che consente una programmazione a lungo raggio (Mazzonis è stato da poco confermato alla guida dell'Opéra de Wallonie per un altro quinquennio). Un'isola felice che spicca in una piccola città di solo 200 mila anime che gode di un Conservatorio, di una valente orchestra (la Filarmonica), di una nota compagnia di danza, di sapide stagioni concertistiche e sinfoniche dai programmi variegati per tutte le età. Particolarmente soddisfatto il tenore Armiliato, che è tornato al difficile ruolo di Manrico dopo una quindicina di anni: «È difficile fare Manrico in Italia. L'ho fatto molto più all'estero, e lo farò anche al Met il prossimo anno. Lo debuttai venti anni fa, ma il ruolo è maturato col tempo. È un ruolo complesso che richiede fisicità e non solo voce». Per nulla dimenticata però l'esperienza romana di agosto che lo ha visto cantante ed attore accanto a Woody Allen per le strade di Roma. «In Bop Decameron – racconta il tenore – interpreto uno dei quattro episodi, quello che funge da cornice al film. Recitare tra grandi attori è stato un battesimo esaltante. Non mi dispiacerebbe continuare con il cinema».”Intanto a Liegi si pensa già alla «Forza del destino» del prossimo anno, stesso cast e soprattutto tanta Italia.

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