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La "natura", una categoria da smontare: si apre il Festival della filosofia

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Festival della filosofia

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C'è bisogno di una riflessione filosofica sul tema della "natura". Sembra banale, eppure la categoria ancora oggi è tirata in mezzo a luoghi comuni e polarizzazioni ormai improponibili. Ecco perché il meglio della razionalità è chiamata a dibattere sul tema. Si apre venerdì e dura fino a domenica il Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, la più grande kermesse italiana del pensiero. "Sarà un'edizione un pò diversa, molto più internazionale", annuncia la direttrice Michelina Borsari a proposito di questa decima edizione , "perchè siamo stati l'unico Festival italiano ad aver vinto la selezione della Commissione Ue, il che ci impone ovviamente una maggiore apertura all'Europa, con 17 grandi relatori stranieri e con, nel programma di contorno, artisti che vanno dalla Germania all'Islanda". In tre giorni saranno 50 le lezioni magistrali, nucleo della manifestazione che conta in tutto circa 240 appuntamenti, ogni anno più di quello precedente, con 45 mostre e installazioni. "Non è che non abbiamo sentito la crisi - sottolinea il direttore - avendo avuto un taglio di budget del 14%: è che abbiamo reagito: abbiamo asciugato tutti i costi sin nei minimi particolari, e poi abbiamo rilanciato, col sostegno della città, di associazioni, gallerie ecc.". IL TEMA: OLTRE IL DUALISMO NATURA-ARTIFICIO "La natura è uno dei temi più vasti che ci siano - spiega Remo Bodei, presidente del Comitato direttivo - ma noi abbiamo agito come mosaicisti, tessera dopo tessera, per costruire un confronto di idee il più ampio e articolato possibile, senza ridurle in pillole o a slogan. Un tema che si porta dietro i sensi di colpa di chi, negli ultimi decenni, ha usato la natura come un magazzino di risorse da sfruttare, non vedendola come un'entità complessa di cui anche noi esseri umani facciamo parte, idea recuperata solo di recente". Le contrapposizioni classiche uomo/ natura, natura/storia, naturale/artificiale sono ormai superate e i saperi umanistici e scientifici diventano complementari per conoscere la realtà e per studiare l'umano e gli spazi sociali..   IL "NATURALE" DALLA PSICHIATRIA ALLA POLITICA Bodei cita Alva Noe, docente a Berkeley, che proporrà una prospettiva degli eventi di coscienza che non si fonda solo sulla visione neurologica del cervello, ma anche su un farsi della coscienza in rapporto con il mondo, con la cultura. Poi ricorda la presenza di un religioso come Padre Bianchi e, per la prima volta al Festival, di un Vescovo, Monsignor Paglia. "La natura è diventata un tema politico, le nuove scoperte e questioni, dalla genetica all'eutanasia, pongono nuovi quesiti - prosegue Bodei - aprono discussioni etico-politiche-giuridiche inedite e spesso assai controverse, che qui saranno affrontate in modo dialettico e senza eccessive semplificazioni, per spingere la gente a farsi domande, a pensare non per schemi".   TEORIE E CUCINA Le lezioni magistrali, che vedranno impegnati studiosi che vanno da Emanule Severino a Umberto Galimberti, da Jaen-Luc Nancy a Marc Augè, da Maurizio Ferraris a Francesca Rigotti, da Peter Sloterdijk a Vandana Shiva, sono l'asse portante del Festival, che prevede poi mostre (a partire da quella inedita per l'italia di Ansel Adams, fotografo Usa scomparso nel 1984 e considerato uno dei più grandi paesaggisti), spettacoli (compreso Blue Moon con Carlo Lucarelli), concerti, film, incontri, laboratori per i bambini e così via. Senza dimenticare i menù filosofici di Tullio Gregory nei ristoranti cittadini.

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