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A casa Cossiga raccontando «L'Italia di K»

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.Difficile dargli torto. Mario Benedetto è un giovane giornalista under 30 responsabile comunicazione corporate del Gruppo Maccaferri. E il suo primo libro lo dedica a Francesco Cossiga: «L'Italia di K» (Aliberti editore). Ai loro incontri. A quando, ancor più giovane e laureando, decide di bussare alla porta dell'ex presidente della Repubblica e chiedere: scusi presidente, posso scrivere la mia tesi con lei? Cossiga lo fa entrare, gentilmente, e gli apre le porte della sua mente, del suo giudizio, della sua politica, delle sue sensazioni. Le lezioni diventano colloqui e i colloqui mutano in lezioni. Così un progetto universitario diventa la «scusa» per studiare il Picconatore, capirlo nei gesti istituzionali come in quelli più intimi. Comprendere come un grande comunicatore possa impersonificare la libertà di poter scegliere. Lascerò al lettore il gusto di scoprire, pagina dopo pagina, le passioni di Cossiga dalla tecnologia al rapporto con i nipotini fino al grande amore per le forze dell'ordine. Preferisco dedicare questo spazio a sottolineare il grande lavoro fatto dall'autore su un documento simbolo del Cossiga-pensiero, ancora oggi in grado di indicare la strada. Si tratta della Grande Riforma. L'analisi di Benedetto prende in considerazione lo spirito riformista del presidente emerito. Egli voleva salvare i partiti dall'effetto distruttivo della partitocrazia, riportando la sovranità nelle mani del popolo. Voleva un sano processo sociale che accompagnasse il consolidamento delle istituzioni italiane fino a un totale ammodernamento dello Stato, affinché la Penisola si possa confrontare a testa alta con il resto d'Europa. Voleva riforme istituzionali non esclusivamente politiche, ma anche civiche, morali e sociali. Viene dunque da chiedersi: oggi la società italiana non ha bisogno proprio di questo? Probabilmente sì. E Benedetto lo sa. Così ecco il «vecchio saggio» guardare oltre la sua generazione e proiettarsi verso le esigenze del giovane che prende appunti nella sua casa romana in Prati. L'autore, nell'«Italia di K», decide a questo punto di snocciolare tutte le questioni della Grande Riforma, dal rafforzamento del potere esecutivo all'attualissimo problema dell'ordinamento giudiziario. E scopre, studiando il Picconatore, che ci sono undici righe nel messaggio presidenziale alle Camere del 26 giugno 1991 che sono state cancellate. Bendetto ci racconta cosa è successo. Lo fa in punta di piedi, da «discepolo». Con la penna di chi sa che sta raccontando un pezzo di storia d'Italia. Quella di K.

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