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«Web gener@tion» politicamente scorretta

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Sepossono vanno a trans, cercano di «convertire» persone con gusti spiccatamente omosessuali. Vestono in modo sfrontato. Se vogliono (e lo fanno ben volentieri), si spogliano: sotto a chi tocca. Il quadretto che esce fuori dal libro «Web gener@tion» (Curcio Editore) e firmato da Giorgio Fabris non è dei migliori, soprattutto se riferito ai giovani. Diciamo che la realtà è di gran lunga distante dalla fantasia dell'autore: i ragazzi rappresentati in questo volume sono debosciati. Il conduttore di uno show televisivo (diciamola tutta) porno è un deviato. Così come la sua collega conduttrice, Naphta, che dipinge soltanto adolescenti (è lesbica) nude, ovviamente. La trasmissione televisiva è raccapricciante: basti l'esempio di una «scenetta» di due signori avanti con l'età (ma poi perché mai tutti i personaggi dovrebbero avere un cognome russo o dell'Est, se russi non sono?). I due entrano in un locale molto esclusivo: il cameriere gli propone piatti a base di escrementi e altre schifezze del genere (se siete vicino all'ora di pranzo saltate quelle pagine). Le scene si spostano tra lo studio di un talk show, per l'appunto, e una fantomatica New York (è tutto ricostruito grazie a schermi ed effetti speciali). Ci sono scene di «Tv-verità» lontane anni luce da qualsiasi tipo di cabaret: ad esempio la cronaca della prima notte (e vissuta in diretta) di una coppia di sposi. I particolari non mancano. Il protagonista si rivolge alle lettrici e alle sue interlocutrici chiamandole «fikette» (sì, con il «k») e «passerine» per denigrarle, ovvio. Nella seconda di copertina l'autore di questo libro-pubblicità (la copertina riproduce due modelle di Rocco & Barocco, maison che viene ringraziata e continuamente citata «per gentile concessione di...»), si fa appello all'ironia e al senso dell'umorismo: «In questa web generation potranno riconoscersi molti lettori». Quali lettori? A ridere il volume non fa ridere e assomiglia a quei (sotto)comici che a corto di parole iniziano a sparare volgarità su volgarità. Facendo appello a un pizzico di pietà, si potrebbe pensare a una critica feroce che fa l'autore nei confronti del sistema televisivo: forse quello rappresentato nel libro è uno show esasperato, che denuncia la pornografia alla quale ci sottopone la tv ogni giorno, a volte sparata in bella vista in prima serata. Fatto sta che la sceneggiata del cane che morde e ingoia il membro maschile del suo padrone davanti alle telecamere (riproposto in questo fatiscente show televisivo e riprodotto grazie a effetti speciali) è troppo, davvero troppo. Che ci avessero scambiato per una generazione di dementi? Poveri noi.

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