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L'eterno incanto di «Oz»

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Dorothy(l'attrice Ana Paula Rojas) è ormai adolescente. Vive con lo zio Henry Gale (Lance Hariksen, l'androide di Alien 3) nel Kansas, lavora in una cioccolateria con il fidato amico Allen. Ed è una scrittrice di favole per bambini. Dal cielo è stata catapultata sulla terra. La storia è questa: il pacifico mondo di Oz è stato creato grazie a una potente formula magica, impressa su un libro custodito gelosamente. Ma sia la Strega dell'Est che quella dell'Ovest vogliono mettere le mani sul volume. Così ricattano il mago di Oz (è il mitico Doc di Ritorno al futuro, l'attore Christofer Lloyd), che è costretto a cederlo: fa il furbo, e non dà la chiave necessaria ad aprire il libro, custodita gelosamente da Dorothy. Questa, arrivata a Oz grazie a un terribile tornado, viene rispedita a casa. La raccoglie inerme, appunto, lo zio Henry. Dorothy dimentica il mondo delle favole: ha un'occasione, quella di volare a New York per inseguire il proprio sogno professionale. Le sue storie, infatti, diventeranno presto un film hollywoodiano. Fatto sta che sia la sua agente che l'attrice (quest'ultima dovrebbe interpretare la pellicola), sono streghe. «Cambiano» testa spesso (la svitano), sono suscettibili ma hanno armi efficaci e, soprattutto, vogliono la chiave. Ma Dorothy ha dalla sua parte una squadra, formata dal suo amico lo spaventapasseri, il suo cane Toto, un altro aiutante e due elfi: Frick e Frack (Sean Austin, il Sam de «Il Signore degli anelli»). Non solo, alla compagnia va aggiunto anche il fidanzato: Nick (Billy Boyd, anche lui dal cast de «Il Signore degli anelli», fa Pippin), conosciuto in un bar di New York. Lei, un po' credulona, un po' ingenua, inizia a ricordare il suo passato. Le immagini affiorano e con esse le scarpette magiche, chiuse per anni in uno scatolone impolverato. Ma tra il ricordare e l'organizzazione di un'offensiva contro le streghe ce ne corre. La ragazza deve vincere se stessa e rimparare daccapo gli incantesimi da poter utilizzare. Sotto l'egida della frase: «Una volta che lasci Oz ti sparisce la memoria». Prima musical, poi il film (1939), ora in televisione, «Il mago di Oz» è un classico. Intramontabile.

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