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Magia e poesie nella valigia di cartone

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diM. GRAZIA DI BLASIO L'Italia raccontata dalle voci dei «nuovi italiani», autori stranieri che hanno scelto la lingua italiana per esprimersi. È questa la caratteristica della sezione dedicata alla letteratura migrante del «Premio Sabaudia Cultura» inaugurata ieri sera con la presentazione del libro «Di qui e d'altrove» di Angel Luis Galzerano. L'autore, uruguaiano d'origine, presentato da Sarina Biraghi, caporedattore centrale de «Il Tempo» e da Silvia De Marchi, della casa editrice «Chiarelettere», ha coinvolto i presenti con il suo modo, davvero particolare, di raccontare una storia di doppia emigrazione. Precisando subito di «non essere uno scrittore, ma piuttosto un cantautore che imbastisce storie che talvolta non riescono a diventare canzoni». Galzerano ha tracciato un percorso tra musiche e parole, accompagnando il pubblico in una storia di partenze e di ritorni. L'artista ha messo in scena, in collaborazione con un amico attore e percussionista, l'epopea di una doppia emigrazione, ma anche le emozioni e le suggestioni della cultura uruguayana. Angel infatti è figlio di emigranti italiani spostatisi in Uruguay a caccia di fortuna. Anni dopo lui stesso è tornato in Italia da emigrante, ha imparato la nostra lingua da adulto ed ora scrive romanzi in italiano. Il suo libro è come un album dei ricordi, le cui pagine hanno la consistenza dei sogni che non si avverano. Angel Luis Galzerano ha raccolto e conservato, negli anni, sguardi, amarezze, miraggi e valigie di cartone, per offrirle nelle pagine di «Di qui e d'altrove». Le parole dell'artista, cantautore di professione, sono di una semplicità disarmante e poetica e restituiscono vissuti di donne, come Angelina «buona, lavoratrice come poche, che sapeva perdonare e amare» o come Adela che «era la viva immagine della bellezza» e di uomini come Carmine che, nonostante la durezza della vita è stato capace di conservare «un sorriso dentro». Sul palco del «Premio Sabaudia Cultura», oltre alla giornalista Sarina Biraghi e a Silvia De Marchi c'erano il direttore artistico del Premio, Luigi Tivelli, il presidente della giuria che il prossimo 6 agosto assegnerà i riconoscimenti agli scrittori vincitori delle varie sezioni del Premio, Giovanni Russo ed il sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci. Il prossimo appuntamento con la letteratura migrante è per mercoledì 3 agosto quando sarà presentato «Divorzio all'islamica a Viale Marconi» di Amara Lakhous. Il primo agosto, invece, Giovanni Minoli salirà sul palco del Premio Sabaudia Cultura, insieme al direttore de «Il Tempo», Mario Sechi, per presentare «La storia sono loro», una raccolta di interviste del giornalista Rai con le quali ripercorre gli ultimi trenta anni della storia italiana.

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