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Dal Risorgimento al ruolo della Chiesa Il senso di patriottismo degli italiani

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Adaprire il «Premio Sabaudia Cultura 2011» questa sera è Massimo Franco con «C'era una volta un Vaticano» (Mondadori). Questo libro è la storia di una sfida, se non di una crisi, epocale. Fotografa le difficoltà di «un» cattolicesimo: quello che, almeno in Occidente, era maggioritario per antonomasia, viveva in una sfera di superiorità morale e di autoreferenzialità indiscusse, ed era in grado non solo di mantenere i propri segreti, ma di distillarli come pillole di una sapienza bi-millenaria. Quanto è accaduto negli ultimi anni sembra dire che il meccanismo si è inceppato, e forse rotto. E il pontificato di Benedetto XVI appare quasi il capro espiatorio. Domani sera sarà la volta di Aldo Cazzullo con «Viva l'Italia. Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione» (Mondadori) La Resistenza è da tempo sotto attacco, al punto che ormai il vero revisionismo non consiste nel dire che i partigiani non erano poi così buoni, ma che non erano poi così cattivi. Anche il Risorgimento, a 150 anni dall'unità d'Italia, è negato. Dalla Lega, che della disunità d'Italia fa la sua ragione sociale. Dalla sinistra che, da Gramsci in giù, con il Risorgimento è sempre stata critica. Dalla destra di Berlusconi, che si presenta al raduno dei giovani di An sventolando il pamphlet della Pellicciari contro il Risorgimento. Non solo: oggi è in dubbio la sopravvivenza stessa della nazione, sorvolata dall'Europa e dal mondo globale, frammentata dalle leghe, dai particolarismi, dai campanili. Lunedì 25 luglio saranno di scena Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo con «Vandali» (Rizzoli): un libro che è una pugnalata al cuore del Bel Paese e, allo stesso tempo, illuminante soprattutto per coloro che in genere rimangono indifferenti di fronte allo sfacelo che si sta consumando sotto i nostri occhi. Tarquinio Maiorino, Giuseppe Marchetti Tricamo e Andrea Zagami il 27 luglio presenteranno con «L'Italia s'è desta - La vera storia dell'Inno di Mameli e del Tricolore» (Cairo Editore). Gli autori ripercorrono la genesi dei due simboli nazionali per eccellenza e raccontano la storia del tricolore, fatta di momenti di clandestinità ma anche di gloria, dalla nascita a Reggio Emilia nel 1797 alla sua adozione da parte della Repubblica italiana un secolo e mezzo dopo. E narrano anche la vicenda, in parte sconosciuta, del nostro inno, Fratelli d'Italia, ricostruendo la figura suggestiva del suo autore, Goffredo Mameli, che perse la vita a soli ventidue anni nella difesa della Repubblica romana. «Le storie sono loro» (Rizzoli- Rai Eri) è l'opera che Giovanni Minoli presenterà al pubblico domenica 1 agosto: una raccolta di interviste che ripercorre trent'anni di storia italiana attraverso le parole (e talvolta i silenzi) di coloro che di quegli eventi sono stati protagonisti. Consigli e forse di più. Sono quelli di Paolo Conti ad Alemanno con il suo «101 cose che dovrebbe fare un Sindaco di Roma» (Newton Compton) in scena il 5 agosto. Un tributo ad una città amata da parte di chi, cittadino tra altri cittadini, da anni opera e lavora dentro e fuori le sue mura e si fa portavoce del pensiero dei romani per fare il punto, con amorevole disappunto, sulla Città eterna. Chiude il 6 agosto Ermanno Rea con «La fabbrica dell'obbedienza. Il lato oscuro e complice degli italiani» (Feltrinelli). Servili, bugiardi, fragili, opportunisti: il mondo continua a osservarci stupito e a chiedersi donde provengano, negli italiani, tante riprovevoli inclinazioni, tanta superficialità etica e tanta mancanza di senso di responsabilità. Questa sera interverrà Antonio Tajani vice presidente della commissione europea.

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