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La metà degli italiani sceglie il palinsesto fai-da-te in Rete

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DeKerchove ha portato l'analisi teorica ancora più avanti, scorgendo i lineamenti dell'intelligenza collettiva. Miliardi di persone interconnesse in tutto il mondo che pensano, parlano, si scambiano informazioni, fanno politica. È la generazione Internet, ragazzi nati dagli anni '80 in poi. Cresciuti a pane e tecnologia. Oggi hanno tra i 14 e i 29 anni e il loro mondo è sempre stato hi-tech. Sono nati tra personal computer, cellulari e videogiochi e stanno cambiando le regole della comunicazione. Dalle fondamenta. Secondo il nono rapporto sulla comunicazione del Censis, i giovani snobbano i quotidiani e la carta stampata in genere. Si dedicano agli smartphone e per informarsi usano i tg (69,2%), tanto quanto Google (65,7%), Facebook (61,5%) e guardano programmi su YouTube. Si scambiano file tra di loro, soprattutto quando si tratta di musica (18,3%), sport (11,7%) e film (9,9%). E la moda dell'hi-tech non riguarda solo i giovani. Ormai l'utenza di Internet ha sfondato la soglia del 50% dell'intera popolazione italiana, aumentando del 6% in due anni. Il web viene percepito come un mezzo «più libero e disinteressato» mentre la carta stampata perde il 7% di lettori ed è fuori dalla dieta mediatica di oltre il 50% dei giovani. Rimane stabile, invece, la lettura delle testate giornalistiche on line con un'utenza del 18,2%. Nel mondo dell'informazione, la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l'80,9% degli italiani li utilizza come fonte. A livello generale, dopo i tg i più seguiti sono i giornali radio (56,4%), i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%). Seguono il televideo (45%), i motori di ricerca come Google (41,4%), i siti di informazione (29,5%), Facebook (26,8%) e i quotidiani on line (21,8%). Secondo gli italiani, inoltre, la categoria dei giornalisti è competente (76,9%) ma poco indipendente (67,2%). E, considerando una scala da 1 a 10, la tv è credibile al 5,74, i giornali al 5,95, la radio di più (6,28). Capitolo a parte la tv. L'utenza complessiva rimane stabile al 97,4% ma è avvenuto un ampio rimescolamento. Gli spettatori del digitale terrestre sono aumentati in due anni di oltre 48 punti percentuali arrivando al 76,4%, ovviamente a scapito della tv analogica (-27,1%). La tv satellitare, invece, si mantiene costante (35,2%). La web tv aumenta di ulteriori 2,6 punti percentuali nell'ultimo biennio, con un'utenza complessiva al 17,8%. Mentre la mobile tv rimane a livelli bassi, relegata a un pubblico di nicchia (0,9%). I giovani trainano anche l'uso di smartphone, (+3,3% con un'utenza che sale complessivamente al 17,6% e al 39,5% tra i giovani). Dalla ricerca arriva, infine, la conferma che oggi ognuno si costruisce palinsesti «fatti su misura». Indipendentemente, dall'uso del televisore, infatti, il 12,3% della popolazione italiana attinge ai siti delle stesse emittenti tv per seguire i programmi prescelti; il 22,7% utilizza YouTube e il 17,5% segue programmi tv scaricati tramite il web da altre persone.

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