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«Gent.ma dott.ssa Olivetti, desidero sottoporre alla sua attenzione l'opera inedita dal titolo Fiorenzo e Lucilla

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Romanzostorico ambientato in un paesino lombardo del XVIII secolo, ha per protagonisti due giovani le cui nozze sono ostacolate da un signorotto locale...». Scimmiottando Manzoni redivivo, ecco l'avvio di una lettera all'editore x inviata dall'autore esordiente y. Ed è il divertente l'esempio di proposta di pubblicazione che Anna Maria Amendola - studiosa di editoria e scienze del testo all'Università di Siena - inserisce in «Come presentare una proposta editoriale» (Bel Ami Editore, 91 pagine 12 euro). Il sottotitolo - «Trucchi e consigli per farsi pubblicare» - è musica per le orecchie del nostro popolo di scrittori. In continuo aumento, conseguenza dell'offerta di visibilità portata a livelli parossistici da reality, talent show, tv del dolore e via comunicando, come evidenzia nell'introduzione Michele Rak, direttore dell'Osservatorio permanente della lettura dell'Università di Siena. E però, se si tiene conto che nel 2008 sono stati pubblicati 59 mila titoli e il 44,3 per cento degli italiani non leggono più di tre libri l'anno, l'esordiente si scoraggia quanto Renzo e Lucia nei giorni più bui della manzoniana avventura. Tuttavia, coraggio. Amendola fornisce le dritte che le vengono dalla propria osservazione del settore. E in fondo anche chi sogna di vedersi pubblicato deve diventare un detective del mondo dell'editoria. «Se il testo merita, il modo di farsi pubblicare c'è», incoraggia l'autrice. «Ma non basta una buona proposta editoriale, la mossa vincente è fare in modo che questa proposta sia davvero efficace. Come? Semplicemente imparando a "leggere" il mercato editoriale». Dunque, conoscere chi pubblica cosa (testi d'invenzione, poesia, saggi, eccetera). E puntare alle piccole case, che vanno spesso a caccia dell'autore talentuoso e sconosciuto (e in coda al libro c'è l'elenco degli editori più inclini ad ascoltare). Il viaggio nei meandri del mercato passa dai consigli su come inviare il testo alla costellazione delle agenzie letterarie, alla ricognizione dei service, delle fiere del libro, degli editori a pagamento (vade retro!), delle scuole di scrittura. Amendola insegna pure a "leggere" l'effetto che segue all'invio di una proposta editoriale. Di fronte al silenzio del destinatario inutile far spallucce e consolarsi «pensando che grandi romanzieri sono stati rifiutati prima di voi...Piuttosto fate autocritica e chietedevi in che cosa avete sbagliato». Idem se vi rispondono «no, grazie» con missiva standard. Se vi arriva un rifiuto personalizzato o un invito a riprovare «rivedete in manoscritto alla luce delle indicazioni ricevute e rispeditelo». Infine «se vi accettano con riserva, non impuntatevi, ma accogliete i suggerimenti...In ogni caso, potrete dire finalmente di avercela fatta».

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