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L'Endeavour in volo verso la pensione

Space Shuttle

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Il suo contachilometri segna «190 milioni», ha all'attivo 25 missioni iniziate nell'ormai lontano 1992 e a bordo, tra una cosa e l'altra, ha visto passare ben 167 astronauti: lo shuttle Endeavour è decollato ieri per l'ultimo volo. Dopo il rinvio del 29 aprile scorso, dovuto a un problema elettrico, lo shuttle alle 14,56 ora italiana ha puntato la prua verso la Stazione Spaziale Internazionale, dove arriverà tra due giorni. All'avamposto del genio umano nello spazio l'Endeavour ha attraccato per ben 11 volte. Ma, tanto per la cronaca, una volta ha anche ormeggiato alla «mamma» di tutte le stazioni spaziali: la storica Mir. Al comando del «vascello» Endeavour c'è il capitano Mark Kelly. I suoi ufficiali: il pilota Gregory Johnson, gli specialisti di missione Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel e l'italiano Roberto Vittori, astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea, colonnello dell'Aeronautica Militare Italiana. Il pilota ha la qualifica di «Mission Specialist 2», ossia ha il compito di aiutare il comandante e il pilota nelle operazioni in fase di lancio e di rientro. Per questo il suo posto è sulla plancia dell'Endeavour, fra il comandante e il pilota, mentre gli altri astronauti sono nella parte posteriore. Per Vittori è la terza missione spaziale, ma la prima con lo shuttle, visto che nelle due precedenti aveva viaggiato con la navetta russa Soyuz. Il colonnello è «il primo europeo a volare per la terza volta sulla Stazione spaziale internazionale - ha spiegato Thomas Reiter, direttore della sezione "Human Spaceflight and Operations" dell'Agenzia spaziale europea - inoltre ci saranno due astronauti italiani per la prima volta insieme sulla stazione». Infatti, sulla base spaziale, ad accogliere il colonnello Vittori, c'è anche il connazionale Paolo Nespoli, che si trova a bordo dallo scorso dicembre. La missione porta in orbita uno straordinario esperimento scientifico: il DaMa, responsabile Vittori, per la ricerca della misteriosa «dark matter», la «materia oscura. A bordo della navicella ci sono progetti di scienza e tecnologia «made in Italy» messi in campo con il contributo dell'Agenzia Spaziale Italiana: sei strumenti scientifici e l'eccezionale Alpha Magnetic Spectrometer, il potente «cacciatore» di antimateria. L'Ams rappresenta un motivo di speciale orgoglio per l'Italia: il nostro Paese ha contribuito in modo determinante alla realizzazione di molte delle componenti essenziali dello strumento grazie all'Asi, all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, alle piccole e medie imprese nazionali e ad altri 16 Paesi. Il suo compito è di «intercettare» e identificare con i suoi rivelatori tipi di particelle elementari che non si possono riprodurre sulla Terra. L'Endeavour rientrerà il primo giugno da questa ultima, grande missione. Poi andrà a «riposarsi» esposto al California Science Center di Los Angeles.

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