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Tempesta alla Moretta Il gruppo Salingaros contro le archistar

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Nonper la mostra di tre giorni a essi appena dedicata presso l'Auditorium. "Non è un caso che si sia svolta in sordina", lamenta Stefano Serafini, biourbanista, direttore del Gruppo Salingaros. "Si vuol far credere a una democrazia di cartapesta, perché i pochi visitatori inciampati nella mostra potevano esprimere la loro preferenza su uno dei sette disegni scelti dal Comune senza concorso. E che sono tutti sullo stesso genere stilistico modernista, pugno nell'occhio al centro storico che fa il paio con la Teca di Meier". "Ma non è solo una questione di incongruenza visiva" continua Serafini, "qui si tratta di una nuova ferita al tessuto urbano e storico della Capitale, e di un'offesa al diritto allo spazio di chi lo vive". Eppure un altro progetto che piace ai biourbanisti, a molti residenti, e ad associazioni come Italia Nostra, c'è. È quello dei professori Marconi e Mazzola, basato sull'analisi filologica dei palazzi abbattuti durante il fascismo (foto). Ma che il Comune, dopo averlo richiesto, acquisto e lodato, ha messo da parte. "Di mezzo c'è la questione parcheggi da costruire sotto le nuove costruzioni" continua Serafini: "Nonostante le proteste degli abitanti e del Liceo Virgilio al quale è stato sottratto un grosso spazio, la presenza di resti romani, e il fondato timore che un parcheggio di tre piani intacchi la falda e dunque crei danni ai palazzi circostanti, tutto è coperto dal rumore dei soldi. Un parcheggio sul Lungotevere aumenterà il traffico di chi cerca un posto auto. È una regola elementare dell'urbanistica". Si aggiungono le critiche di altri noti studiosi come Giorgio Muratore e di 500 architetti. Li. Lom.

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