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Leone alla carriera per Bellocchio

Bellocchio

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Il Leone d'Oro alla carriera della prossima Mostra del cinema di Venezia andrà a Marco Bellocchio, definito dagli organizzatori «Uno dei registi più grandi e più influenti degli ultimi decenni». Il 71enne regista italiano ritirerà il premio nei giorni dal 31 agosto al 10 settembre, durante il Festival. Il primo film di Bellocchio, «I pugni in tasca», lo consacrò nel 1965 una delle figure di spicco del cinema italiano. Successo confermato nel 2009 con «Vincere», apprezzato in tutto il mondo. Il premio è andato nelle ultime edizioni al regista di film d'azione John Woo e al creatore di «Toy story» e «Nemo», John Lasseter. «Intanto un grande riconoscimento per chi mi ha dato questo premio. Perchè i premi servono, anche quelli che non si ricevono, a corroborare una certa resistenza ad andare avanti. E poi a 71 anni i premi fanno bene»: così un ironico Marco Bellocchio ha commentato a caldo l'annuncio del premio. «L'età - ha continuato il regista de "I pugni in tasca" - si sa che obbliga a una certa saggezza. Il problema è continuare a fare dei buoni film e avere una buona salute fisica e mentale. In questo senso sono ottimista perchè i progetti non mi mancano». Dopo la cerimonia di consegna del Leone d'Oro alla carriera - nella Sala Grande del Palazzo del Cinema - al Festival sarà presentata la nuova versione di «Nel nome del padre», film di Bellocchio uscito nel 1971: ma non si tratterà di un'edizione restaurata, bensì di una nuova opera, inedita, e «attualizzata». Una versione rinnovata realizzata dal regista utilizzando i materiali del film stesso. Si tratterà perciò di un singolare «director's cut» che, per la prima volta, cosa nuova nella storia del cinema, invece di durare parecchi minuti di più, risulta invece più corto rispetto alla prima edizione: 90 minuti, contro i 105 del film uscito in sala quarant'anni fa. «Non è stata un'idea fissa - ha detto Bellocchio - eppure in tutti questi anni, ben quaranta, mi è tornata in mente, a intervalli vari, anche lunghissimi, l'idea, la convinzione che "Nel nome del padre" non avesse ancora trovato la sua forma definitiva». «Ne è la prova che, dopo la prima proiezione, nel '71, il film è ritornato in moviola altre tre volte, quattro con quest'ultima revisione. Per una necessità di liberare le immagini della pesantezza ideologica che le schiacciava».

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