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Sgarbi: "Alla mia Biennale democratica esporrò anche sui gommoni"

Vittorio Sgarbi

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"La fantasia al potere". E poi «Berlusconi è l'unico dal quale ho avuto garanzie». Vittorio Sgarbi delle antinomie. Piega per il suo Padiglione Italia, lo spazio tricolore alla Biennale di Venezia che finalmente ha presentato ieri, lo slogan sessantottino. E canta un peana all'anticomunista Silvio, capace qualche giorno fa di convincerlo a non lasciare il suo incarico di commissario della supermostra italiana in Laguna. Due ore e mezzo di comizio-show durante le quali il vulcanico Vittorio ha tenuto testa ai perplessi e agli arrabbiati. E ha strizzato l'occhio ai fiancheggiatori. Il motivo del contendere è il numero di artisti che ospiterà a Venezia. Duecentotrenta, ovvero ottanta in più di quelli previsti, per motivi di spazio, all'Arsenale, peraltro ampliato con soldi della Biennale. «Sono un espansivo», gioca Vittorio. Caspita che sì. Altri 700 nomi sono infilati nelle mostre collaterali. E poi la Biennale diffusa, le mostre nelle Regioni: mille firme in vetrina. Vuol dire che in Laguna e altrove di ogni artista verrà mostrata appena un'opera, incapace di rappresentare chi l'ha creata. Sgarbi obietta che se Galan lo avesse confermato sovrintendente a Venezia avrebbe ampliato gli spazi. E però della carica non era sicuro, insomma il passo più lungo della gamba l'ha fatto. Ma lui se la cava con la fantasia. «Userò anche gommoni sistemati sullo specchio d'acqua dell'Arsenale», anticipa scenografico dopo aver evocato altre più corpose suggestioni, come la salama da sugo di Ferrara e il culatello di Parma. L'altra faccia della medaglia è quella che ideologicamente può definirsi la «democratizzazione» del sistema-arte. Via i circuiti chiusi delle gallerie, i diktat dei critici. La creatività contemporanea non è più elitaria, si danno chances a chi finora, e non per demerito, non l'ha avuta. Qualche nome? Ettore De Conciliis presentato da Tahar Ben Jelloun, Lello Esposito sostenuto da Ferzan Ozpetek, Loris Nelson Ricci da Gianni Letta, Francesca Leone - sì la figlia di Sergio! - voluta ovviamente da Ennio Morricone. Adesso, i numeri: il finanziamento all'impresa è stato portato da 250 mila a un milione di euro, grazie al rifinanziamento del Fus. Il compenso del commissario Sgarbi è di 50 mila euro, contro i 20 mila a testa avuti nel 2009 da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli. E ora le mostre regionali. Quella del Lazio aprirà il 9 giugno a Palazzo Venezia e ospiterà 80 artisti. L'ultima, in Abruzzo, il 25 dello stesso mese.

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