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«Il Papa che ti guardava dentro»

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Haincarnato l'Amore, con la "A" maiuscola», Lorena Bianchetti usa poche ma significative parole per descrivere Papa Wojtyla. Bianchetti, domani alle 21 su Raidue una serata su «Karol, un Santo Padre» dedicata a Wojtyla che condurrà con Massimiliano Ossini. Come funziona? «Non vogliamo spiegare chi fosse, perché il suo operato è arrivato al cuore di tutti, credenti e non. L'intenzione è ripercorrere le emozioni che ci ha trasmesso. Anche attraverso una "finestra" aperta al Circo Massimo. Seguiremo la veglia di preghiera. Era una persona infaticabile ma anche un Papa sportivo». Ospiti in studio? «Tra gli altri Antonio Rossi, medaglia d'oro alle Olimpiadi. Poi Fiona May, Irene Pivetti e il direttore del Gemelli». Come mai? «Perché ci soffermeremo anche sulla malattia». E la trasmissione su Radio1 Rai? «È una grande maratona di 3 giorni. In "Dillo a Lorena" su Raidue inizieremo a vivere l'attesa della beatificazione. Poi condurrò un concerto in suo onore che andrà in onda sabato pomeriggio alle 17 su Raidue. Insomma ci saranno tanti giovani, tanta musica. Era un artista, uno sportivo». Lei quando l'ha incontrato? «Ho avuto il dono di incontrarlo tantissime volte. Ogni volta era un'emozione perché gli occhi del Papa ti entravano dentro». Qual è l'eredità più grande che il Papa ha lasciato ai giovani? «Ha detto loro di non avere paura. Lo ha ripetuto tante volte durante il suo Pontificato. Di essere artefici della propria vita. Nel 2000 conducevo la Giornata della Gioventù. Lo ho abbracciato. Lui mi ha guardato e mi ha detto "Tu sei proprio brava". Un frase che porto sempre con me».

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