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Capossela l'incantatore di sirene

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Esoprattutto con un tour, che nella Capitale arriverà il 27 maggio, Auditorium Conciliazione. Nel frattempo, la sua mancanza si farà sentire. Eh sì, perché sul palco dei sindacati - quello del Primo Maggio - Capossela stavolta non ci sarà. Ancora sconosciuto al grande pubblico di giovani e giovanissimi, una manciata di anni fa approdò proprio sulla ribalta del 1° maggio: il pubblico del concertone (sì, quello scottato da ore e ore sotto al sole o umido di una pioggia venuta giù a catinelle), lo stette a sentire, incantato dal brano «Con una rosa». Ora, il Capossela che musicalmente sembra perennemente colto «dal ballo di San Vito» (come recita la sua canzone cult «ho il ballo di San Vito e non mi passa»), torna con questo album: in una foto che lo promuove, il cantautore ha le orecchie tappate. Si parlerà di mare, marinai e di balene. E anche di sirene il canto delle quali (come fu per Ulisse), non si può ascoltare. I temi strizzano (ovvio) l'occhio all'epica: Capossela ci si è buttato a capofitto. Come già fece per «Brucia Troia», un brano difficile all'ascolto. Il pubblico attende con pazienza che Capossela torni a stupire, arrivi nelle radio, delizi chi ascolta con temi «soprannaturali» come quelli affrontati in «Ovunque proteggi» (proprio la canzone e non il disco che, comunque, ha avuto il meritato successo), fortunato cd di inediti. Prima di questo una splendida raccolta: «indispensabile», proprio come recitava il titolo. All'interno una versione quasi recitata di «Si è spento il sole» (brano firmato anni prima da Celentano).

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