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Il terrorismo visto dalle vittime

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Nomecompleto: Ilich (sì, proprio come Lenin) Ramírez Sánchez. Data di nascita 12 ottobre 1949. Semplicemente Carlos, conosciuto come «lo sciacallo». Una fiction (Golden Globe 2011 come miglior miniserie) in tre puntate: la seconda andrà in onda alle 21.55 giovedì prossimo su FX, canale 131 di Sky. I telespettatori del Bel Paese sono abituati a vedere malfattori, assassini, ladri e, naturalmente, terroristi, comparire in fiction o film confezionati per televisione e cinema. Il regista Placido si è specializzato: «Romanzo criminale», «Vallanzasca». Ma la differenza con Carlos il sanguinario sta a monte. È tutta racchiusa nelle parole del regista Olivier Assayas: ha dichiarato di aver fatto ricerche chiedendo alle vittime di Carlos e non con notizie tratte da ritagli dei giornali dell'epoca. Fatto che l'avrebbe portato a una eventuale esaltazione di un possibile «eroe del male». La miniserie racconta anche l'addestramento militare che il giovane svolse ad Amman. Schierato a favore della causa palestinese, come molti estremisti considerava Arafat «un moderato». Non mancano scene in bianco e nero: documenti storici dell'epoca come la prima volta di Arafat all'assemblea dell'Onu. La prima puntata si concentra soprattutto sull'opera di Carlos e del suo gruppo in Francia. Assassini di poliziotti, bombe in luoghi pubblici, lanciarazzi in aeroporto sono all'ordine del giorno. La scena si sposta così a Vienna dove, a metà anni Settanta, si stava svolgendo una riunione dell'Opec. E Carlos ebbe la «colpa» di non aver ucciso il ministro per il petrolio iraniano. Il resto è (anche) storia. Fuori dal film ci sono i parenti delle vittime, dentro il film storie di donne a far da corollario. La trama finisce in prigione: sì, perché Carlos fu condotto a Parigi nel 1994. La pena: l'ergastolo. E Carlos, dal carcere, ha messo bocca anche sui crimini italiani: le Br, la bomba a Bologna. Ultima uscita: in un'intervista rilasciata a Vanity Fair, l'attore protagonista Edgar Ramirez ha raccontato di come Carlos, dal carcere, lo abbia pregato di non piegarsi a «logiche imperialistiche».

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