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Rimpatriata la Venere del Bel Paese

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Fuceduta a caro prezzo al Paul Getty Museum: 18 milioni di dollari. Ora quel museo a stelle e strisce l'ha restituita. È tornata nel Bel Paese ieri, proprio nel giorno dei festeggiamenti dei 150 anni dall'Unità d'Italia. Certo, non dopo complesse analisi e la firma di un accordo. E dopo aver sentito le ragioni del Governo italiano. La Venere è alta 2,20 metri e si presenta con il corpo panneggiato. Probabilmente i suoi natali si devono all'opera di uno scultore del gruppo di Fidia. «Probably Afrodite», hanno chiosato a loro tempo gli studiosi d'Oltreoceano, anche se un'altra cerchia di cervelloni ha riconosciuto in essa Demetra o Kore. È a oltre trent'anni fa che affonda la storia dell'opera d'arte. Soltanto ora la vicenda ha trovato una sua conclusione. È stata recuperata, è arrivata ieri all'aeroporto di Fiumicino. Accolta dal nucleo dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Ora partirà alle volte della Sicilia, precisamente verso Aidone, dove sarà esposta: approderà nella sua sede definitiva probabilmente entro giovedì prossimo. Sarà scortata dal direttore del museo ennese Enrico Caruso. E il pubblico? Potrà ammirarla verso la fine di aprile. E di certo il Getty non è nuovo a operazioni di questo genere, che hanno coinvolto da vicino la Penisola. Una fra tutte quella del novembre del 2001: insieme all'Istituto di archeologia classica dell'Università di Berna, restituì migliaia di reperti archeologici provenienti dal sito di Francavilla Marittima (Sibari). Sim. Cap.

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