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Dai pranzi tradizionali all'happy hour, dalle grandi case patriarcali e di campagna agli appartamenti un po' opprimenti di città.

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157)di Roberto Barbolini. Tutto comincia con un taccuino, di quelli che abbiamo visto a casa di nonna, 182 fogli a quadretti più alcuni sparsi, dove una calligrafia un po' infantile ha annotato le ricette del repertorio di famiglia. La mamma le ha raccolte da parenti e amiche, alcune le ha copiate dall'immancabile «Talismano della felicità», ma la maggior parte arrivano da nonna Armida, e dunque da un Ottocento che in questo modo riesce ancora a trasmettere il suo bagaglio di storia e di sapori. Bizzarria dopo bizzarria, ricetta dopo ricetta, dal flan di cervella della nonna al sushi dell'amico Giap, si riscopre tutto quello di cui si è nutrito il nostro Paese. Indimenticabili i componenti della famiglia (delle nostre famiglie): la mamma che si lamenta perché fa tutto lei ma non fa avvicinare nessuno ai fornelli; il babbo dall'olfatto perfetto che non vuole che si tagli la sfoglia con il coltello, perché altrimenti «sa di metallo». In «Ricette di famiglia» del giornalista Barbolini il cibo e gli affetti, e sullo sfondo la passione per il cinema e il ciclismo. Sar.Bir.

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