Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di ANDREA GAGLIARDUCCI «La posta in gioco è la Resurrezione di Gesù».

default_image

  • a
  • a
  • a

Pertutti è Benedetto XVI. Ma quando scrive i suoi libri su Gesù di Nazareth (il primo pubblicato nel 2007, il secondo in libreria da domani, un terzo sull'infanzia che sarà pronto nel 2012) riprende il suo nome da teologo. Perché sia chiaro che quello che sta dicendo non è magistero della Chiesa, e che può anche essere anche criticato. Tutto può essere discusso. Ma non la fede in Gesù Cristo, in un Dio nato, morto e risorto. «Se Cristo non è resuscitato - commenta Ratzinger nel libro pubblicato domani - allora la nostra predicazione è vana, ed è vana anche la nostra fede». Il Papa ha riveduto il capitolo sulla Resurrezione fino all'ultimo. Una volta consegnato, lo ha ulteriormente modificato. E ancora altre modifiche sono arrivate alla Libreria Editrice Vaticana poco prima di andare in stampa. A un certo punto, il testo tedesco era pronto, e anche tutte le varie traduzioni. Mancava solo il capitolo sulla Resurrezione. È il continuo lavoro di cesello di un Papa che è rimasto teologo. E che come teologo sentiva di dover dare compimento al suo lavoro di una vita con questo lavoro sulla vita di Gesù. Un impegno cui ha dedicato ogni minuto libero degli ultimi otto anni, seduto sulla sua scrivania (sempre la stessa dal '56) a vedere e rivedere i testi sulla vita di Gesù. E a rendersi conto che il metodo storico-critico, di cui lui stesso si è dichiarato debitore, sgancia il Gesù storico dalla tradizione dei Vangeli. È dal 2003 che Joseph Ratzinger ha cominciato il suo lavoro sulla vita di Gesù di Nazaret. Eppure la sua gestazione ha radici più profonde. Monaco, inizio degli Anni Cinquanta. Joseph Ratzinger discute la sua tesi dottorale sulla nozione di popolo di Dio in Sant'Agostino. E si rende conto che Agostino non vede la religione cristiana in continuità con le altre religioni, ma piuttosto in continuità con la filosofia intesa come vittoria della ragione sulla superstizione. È qui che matura l'idea di scrivere un libro di Gesù. Roma, inizio anni Sessanta. Ratzinger è un teologo del Concilio, prende parte all'assise, ne è uno dei motori. È ciò che avviene dopo il Concilio che non lo convince. Il metodo storico-critico si colora di venature "marxiste". Ratzinger si sposta di università: va da Bonn a Tubinga e da Tubinga a Ratisbona. Cerca una pace per studiare, legare insieme innovazione e tradizione. Ratisbona, inizio anni Settanta. Ratzinger è tra i fondatori della rivista Communio, si contrappone alla scuola della rottura della tradizione della Chiesa. L'idea del libro a quel punto è matura. Inserirsi nel filone letterario della «Vita di Gesù» rappresenta un modo di guardare la Chiesa. Oggi, al termine dell'udienza generale, Benedetto XVI dovrebbe avere tra le mani la sua ultima fatica. In attesa della pubblicazione del libro sui Vangeli dell'infanzia.

Dai blog