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De Laurentiis fa ancora centro

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«Troppospesso, presi dall'affanno della vita quotidiana, ci dimentichiamo che il vero motore dell'esistenza è per tutti l'amore - ha spiegato De Laurentiis - Non solo quello per una donna, ma anche l'amore per l'arte o per il proprio lavoro. E quando Vincenzo Cerami mi portò un foglio di carta con poche righe su come sviluppare questo racconto dell'amore, pensai subito di avere di fronte un'idea vincente. A chi non interessa un tema tanto universale? La vita si è allungata e se è vero che le prossime generazioni potranno arrivare a 120 anni, la soglia dei 60 anni sarà giudicata davvero giovane. Le varie produzioni americane per fare due film ben riusciti ne realizzano almeno venti all'anno, io ne faccio tre e grazie al cielo tutti fanno centro. Tra breve uscirà anche un'altra attesa commedia "Amici miei Come tutto ebbe inizio", che continua la saga di "Amici miei" e il mio legame con la Toscana. Mi dispiace che la televisione italiana non si renda conto della forza che avrebbe il nostro cinema anche sul piccolo schermo. Lavorare con un professionista come De Niro è stato molto stimolante. Ha imparato subito le battute in italiano e, per l'occasione, ha perso anche qualche chiletto di troppo. Quella degli attori americani è una vera professione, non è un gioco, sono consapevoli di portare nel mondo lo spirito di una grande industria cinematografica». Ma non è solo la professionalità dei divi americani su cui dovremmo - secondo De Laurentiis - riflettere. Ad esempio, «perché nelle nostre sale cinematografiche ci ostiniamo a conservare la numerazione delle poltrone?». Din. Dis.

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