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L'importanza di chiamarsi Benny

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diSIMONA CAPORILLI Tutti lo conoscono come il Benny del quotidiano «Libero». Anche se il suo vero nome è Benedetto Nicolini. Sì, proprio lui l'illustratore satirico (badate bene: illustratore, non semplice vignettista), che colora le prime pagine del giornale fondato da Vittorio Feltri. Benny racconta. Una querela è arrivata anche a lui: recapitatagli a casa (ora se ne stanno occupando avvocati su avvocati), è stata al centro di una bufera giornalistica. Non aggiunge molto, ma chiosa: «Dico solo che era un personaggio vestito da Bin Laden». Non è stato solo lui al centro di quella bufera mediatica: a essere querelata fu l'intera pagina. Dal giornalista all'editore (compreso Benedetto Nicolini, per l'appunto). Tutti chiamati al risarcimento. È la dura legge del giornalismo, anche quello fatto di immagini. E pensare che, per eseguire i disegni, Benny ci impiega un tempo che varia dalle tre (tempo massimo per un quotidiano) alle otto ore. Chi pensa a Benny senza leggere «Libero» non può far altro che ricordare la famosa illustrazione con il «tappo di champagne (alias Berlusconi) che si sta per infilare nelle terga di Prodi», per dirla come lui l'ha raccontata. Veniamo al dunque. In questi giorni, gli avventori dell'Hotel Principi a Torino (e fino al 31 marzo), possono divertirsi con undici lavori undici firmati Benny. C'è di tutto un po'. Anche se il fil rouge che sottende l'allestimento è che i magnifici undici sono famosi, potenti e (quindi) vip. Non manca una strizzatina d'occhio al mondo dello sport, con un Ronaldo dalle larghe mascelle e un Valentino Rossi rappresentato mentre è in sella alla sua immancabile motocicletta. Al bando la politica italiana (riferimenti che forse sarebbero risultati scontati), ampio spazio è stato dedicato a quella internazionale. Nella power zone ecco affisse al muro le caricature di Obama, Sarkozy e di uno spassoso Putin, immortalato mentre fa karate. Sceltissimi i divi - hollywoodiani e no - dalla «nostrana» Monica Bellucci (labbra esasperatamente grandi), a una star del calibro di Brad Pitt, con il volto colorato dal rossetto. Baci sensuali (di Angelina Jolie? Probabilmente). Benny ha le idee chiare. Alla domanda se dia più soddisfazione la caricatura di un politico piuttosto che quella di una stella del cinema, ha risposto che «dipende molto dal soggetto. Non è detto e non è scontato che i politici siano più divertenti. Non mi pongo limiti anche se so che la realtà spesso e volentieri supera la fantasia». Torniamo al dunque. Come ha tenuto a precisare lo stesso illustratore, l'esposizione è nata grazie al contributo del dottor Piero Gola. «E sono stato notato - ha raccontato - dal direttore dell'Hotel Principi di Torino, Vigitello: ha visto i miei lavori, si è incuriosito e mi ha messo a disposizione le sale». Il commentatore ufficiale della mostra è Marcello Chirico, sportivo per vocazione e per professione. Il futuro? Con le parole di Benny: «È tutto da disegnare».

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