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Il cielo sopra Berlino è tutto in 3d

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Disolito «culturalissimo» (e anche un po' noioso) ha schierato tre grandi maestri che, udite udite, si sono lanciati nel 3d che ora più che mai appare una tecnologia tutt'altro che al tramonto. «Una volta vista la grotta con i tuoi occhi, ti rendi conto che non può che essere filmata in 3d»: a parlare è il «mostro sacro» Werner Herzog che, nonostante i 68 suonati, ha l'entusiasmo di un ragazzino. Al Festival presenta il suo «Cave of Forgotten Dreams», un monumentale documentario sulle pitture rupestri nelle grotte di Chauvet-Pont-d'Arc, nella Francia meridionale. «Non ho mai usato questa tecnologia nei 58 film che ho girato in precedenza - ha detto Herzog - e non intendo utilizzarla in futuro, ma era necessaria per catturare le intenzioni di chi ha realizzato quelle pitture». Il maestro dell'animazione Michel Ocelot (quello di Kirikù) ha presentato invece «I racconti della notte», una favola tra streghe e ombre cinesi. Dulcis in fundo l'applauditissimo «Pina», firmato da Wim Wenders e dedicato alla coreografa e amica Pina Bausch. Nel documentario, ritmato e spettacolare, appaiono balletti dagli anni Settanta ad oggi. Chi credeva che il 3d fosse in declino dovrà ora ricredersi. Appuntamento con gli Orsi d'Oro sabato prossimo.

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