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«Il legionario» in Africa e Spagna

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Sono,forse, «le ultime due combattute a misura d'uomo, soprattutto in carne e ossa, minato dalla sua fragilità ma sorretto dalle proprie volontà e idealità». Lo scrive Licio Gelli, che si definisce «il più giovane legionario di Spagna», nella prefazione a «Il legionario» di Giuseppe Ragazzini, un corposo romanzo-verità (Edizioniacar, 445 pagine, 18 euro) che scorre su un doppio binario: quello della Storia, dei grandi avvenimenti, e quello delle microstorie che in essa si inseriscono, prima fra tutte la vicenda del protagonista. Pagine che fanno rivivere dal di dentro l'impatto con la realtà africana, la marcia su Macallè, la battaglia dell'Amba Aradam, e poi l'avventura spagnola passando attraverso la conquista di Malaga, la battaglia di Guadalajara, la rivincita di Santader e l'avanzata in Aragona. Passioni amorose, legami familiari si impastano con saldi valori tradizionali. In filigrana traspaiono le vicende di un'intera generazione di italiani, quelli che risposero alle parole d'ordine di patria e fratellanza. E che si portarono dietro, come un marchio, un forte senso di identità.

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