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Ecco gli anti-bamboccioni di Peppe Servillo

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Edecco la commedia del melting pot, «Into Paradiso», prodotto da Acaba di Fabrizio Mosca e dall'11 febbraio distribuita nelle sale dall'Istituto Luce. Il film, già passato alla Mostra di Venezia, racconta la coabitazione (prima forzata e poi armoniosa) dei tre protagonisti uniti da un insolito destino in una catapecchia eretta su un palazzo fatiscente dalla comunità srilankese del quartiere napoletano di Cavone, simbolo delle metropoli contemporaneee del sud Europa. Un appassionato ricercatore universitario precario che studia il mondo delle cellule (Imparato), un politico emergente colluso con la camorra (Servillo) e un ex campione sportivo dello Sri Lanka si ritrovano a convivere per necessità dando vita ad una serie di contrasti (a volte estremi) che però, alla fine, consentono ai tre personaggi di conoscersi e comprendersi meglio. «È una favola multietnica raccontata con ironia che fa riflettere anche su come i processi sociali, dovuti alla crisi e alle necessità economiche, stiano cambiando il mondo e le persone anche in un Paese come il nostro, dove a volte (come sottolinea Saman) è difficile persino sognare - ha spiegato Peppe Servillo fratello di Toni, leader degli Avion Travel, che il 23 maggio sarà nella Capitale per una performance con Roma Sinfonietta - Per coabitare insieme occorre però molta pazienza e non si deve avere fretta per raggiungere quei risultati di comunicabilità e armonia necessari per accettare i difetti dell'altro. In molti Paesi la coabitazione è già una realtà mentre da noi si comincia solo adesso a fare i conti con questa situazione che sta diventando quasi un obbligo per molti giovani. Nelle grandi città, come Roma, la tolleranza può sfociare in indifferenza. Mentre a Napoli tutto succede, è una città che vive, nel bene e nel male. Il mestiere dell'attore è una sorta di coabitazione estrema, una sfida, che però si trasforma in un vantaggio e offre risultati straordinari nel momento in cui si condividono le stesse passioni». Din. Dis.

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