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di ANTONIO ANGELI «La giustizia appare sempre più impotente e le scappatoie per ingannarla si moltiplicano».

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Esono i grandi temi del Terzo Millennio i motivi portanti di questa edizione dell'importante riconoscimento. La giustizia, legata al tema dell'impunità, e poi l'ecologia e l'ambiente, la guerra che è inevitabilmente nella natura dell'uomo, ma che può anche essere genio e costruttore di un mondo e di un futuro migliori: basta crederci. Sono stati consegnati ieri nella bella Percoto, in provincia di Udine, i premi Nonino 2011, assegnati allo scrittore spagnolo Javier Marias, alla saggista e ambientalista americana Frances Moore Lappè, all'architetto Renzo Piano e all'etologo nato in Austria, ma che insegna in Germania, Irenaus Eibl-Eibesfeldt. «Il carattere più scuro di questo romanzo - ha spiegato Marias ricevendo il riconoscimento - credo abbia a che fare con l'impunità, che sempre più impera nel mondo; ci sono politici e imprenditori, nel mio Paese per non parlare dell'Italia, che festeggiano come una vittoria il fatto che il reato di cui li si accusa sia stato prescritto». Marias, si legge nella motivazione del premio, «è uno scrittore che, con una scrittura epica avvolgente, lenta e insieme animata e squarciata da epifanie violente che illuminano con rara potenza la vita, sa narrare come pochissimi altri l'esistenza individuale nelle sue passioni e nelle sue ambiguità e il tessuto storico e sociale in cui essa è immersa». Le sue opere sono pubblicate in Italia da Einaudi. La giuria, presieduta dal Premio Nobel per la Letteratura 2001 Vidiadhar Surajprasad Naipaul, ha attribuito a Marias il Premio Internazionale Nonino, e poi a Frances Moore Lappè il Nonino Risit d'Aur, a Piano il Nonino «A un maestro del nostro tempo» e ad Eibl-Eibesfeldt il Nonino 2011. La Lappè ha conquistato il premio perché «proteggere la Terra è un nostro dovere. Terra che nonostante le nostre offese continua a offrirci il suo seno come un'antica madre. Da oltre trent'anni Frances Moore Lappé ne ascolta il suo antico canto e ci invita a ritornare ai ritmi delle origini, a un coltivare rispettoso dell'ambiente, a ridare al mondo animale il suo ruolo e capire che tutto ciò che sprechiamo è peccato». Secondo Frances Moore Lappè noi tutti «siamo dotati delle capacità di cui abbiamo bisogno per creare il mondo che vogliamo». Renzo Piano è stato invece definito come una personalità che «oltre il concetto del bello estetico, ha fatto dell'Architettura l'ambito della sua missione sociale, morale e civile». «La politica ha paura del talento - ha affermato Piano affrontando i temi più scottanti del panorama italiano - ed è per questo che per i nostri giovani in Italia non c'è lavoro». Ma per il celebre architetto c'è anche un'altro punto per il quale il nostro Paese segna il passo: la mancanza della politica del confronto e del dibattito. «Negli altri Paesi - ha spiegato - quando si tratta di realizzare opere sul territorio si è abituati a discutere e ad ascoltare le voci della comunità locali, i loro problemi, mentre in Italia ciò non accade perché manca la politica dell'ascoltare». La cerimonia si è svolta nella sede della Nonino di Ronchi di Percoto, dove l'antica famiglia dei distillatori friulani (cento e più anni di storia) ha celebrato i vincitori con un mega-pranzo per 700 ospiti. Un pranzo durante il quale, ovviamente, non è mancato da bere. La famiglia Nonino, capitanata da Giannola e Benito, con le figlie Antonella, Cristina ed Elisabetta, ha consacrato la trentaseiesima edizione del premio distillando per gli ospiti, direttamente dagli alambicchi portati nella sala, una grappa unica e speciale.

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