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Il mito androgino di Alien Theron, Jolie e Rapace nuove dive

Sigourney Weaver in Alien

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Trentadue anni dopo aver sconvolto e conquistato le platee con «Alien» (e poi con «Blade Runner») Ridley Scott torna alla fantascienza con «Prometheus», un film annunciato fino a poco tempo fa come il prequel di «Alien», ma che ora sembra aver preso una direzione più autonoma rispetto al cult antesignanofirmato dallo stesso Scott. La nuova pellicola uscirà con la Twentieth Century Fox nelle sale americane il 9 marzo 2012 e la prima attrice scritturata è stata la svedese Noomi Rapace, già notata da Scott nella parte di Lisbeth Salander in «Uomini che odiano le donne», pellicola tratta dalla trilogia «Millenium» scritta da Stieg Larsson. Stavolta la diva vestirà invece i panni della scienziata Elizabeth Show, mentre per gli altri ruoli femminili di rilievo circolano anche i nomi di Charlize Theron e Angelina Jolie. Anche se i dettagli della storia sono stati tenuti segreti, Scott ha spiegato che «nonostante "Alien" sia stato effettivamente il trampolino di lancio per questo progetto, dal suo processo creativo si è sviluppata una nuova, grande mitologia e un nuovo universo, in cui questa storia del tutto originale si colloca. I fan più esperti vi troveranno tracce del Dna di "Alien", ma le idee sviluppate in questo film sono uniche, ampie e provocatorie. Ho trovato la storia che cercavo e finalmente sono tornato ad un genere che mi sta molto a cuore. Non potrei essere più soddisfatto di così». Intanto, dopo «Moon», il regista Duncan Jones, figlio di David Bowie, in una recente intervista ad un magazine americano, ha annunciato che dirigerà un nuovo film di fantascienza, ancora senza titolo: «Sarà il mio omaggio a "Blade Runner"», ha rivelato, annunciando anche che il primo aprile uscirà nelle sale americane il suo secondo film, «Source Code». Certo è che l'immaginario collettivo è ancora segnato dal capolavoro di Scott, in cui (nell'anno 2122) le vicende ruotano attorno ad una terrificante specie aliena, che nel film viene identificata con la generica definizione xenomorfa. Queste creature sono delle perfette macchine per uccidere e si riproducono trasformandosi in parassiti di altri esseri viventi, che muoiono al momento della nascita del piccolo alieno. «Alien» ha avuto finora tre sequel, sempre con Sigourney Weaver come protagonista: «Aliens - Scontro finale», «Alien 3» e «Alien: la clonazione», oltre ai prequel «Alien vs Predator» e «Alien vs Predator 2», in cui vengono narrate vicende accadute centinaia di anni prima rispetto al primo film, una sorta di crossover con un'altra serie cinematografica, «Predators», dominata da feroci alieni predatori. La fortuna di «Alien» è stata quella di riproporre il filone fanta-horror degli anni Cinquanta, svuotato però dall'ingenuità degli anni precedenti. In questo questo film - e con il successivo «Blade Runner» - Scott rende estreme le atmosfere cupe ed il pessimismo che il genere aveva sviluppato in quegli anni: forme indefinibili nate dalla fusione terrificante tra umani e alieni (secondo l'estetica dell'artista svizzero H. R. Giger), dominano la scena mentre all'italiano Carlo Rambaldi viene dato il compito di mettere a punto una testa meccanica dell'alieno per i primi piani. L'immagine che Ridley Scott ha scelto per la creatura aliena è stata opera proprio dell'artista Giger, il quale riprende una sua famosa scultura, mentre per le scene a figura intera dell'alieno è stata usata una maschera indossata da uno studente africano dalla statura superiore i due metri. E lo strato nebbioso che ricopre le uova dell'alieno è stato realizzato con attrezzatura presa in prestito da un concerto degli Who. Gli scenari gotici, il design della creatura aliena e delle architetture biomeccaniche faranno il resto, determinando una duratura influenza sul cinema di fantascienza degli anni a venire. Una grande novità è offerta soprattutto dalla presenza di un'eroina femminile dai tratti vagamente androgini che finirà per prevalere sull'alieno. Questa fu una variazione sulla sceneggiatura originale (che non specificava comunque il sesso dei vari membri dell'equipaggio) dovuta probabilmente al successo del film «Halloween, la notte delle streghe» di John Carpenter (1978), in cui a tenere testa al mostro è una ragazza.

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