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Divani, profumi, abat-jour come voleva Balzac

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Eccogli ingredienti che non possono mancare in un boudoir. Primaditutto una toeletta, con uno specchio che troneggia sopra. Un abat jour, meglio due, a moltiplicare i riflessi dorati. Un mazzo di fiori, odorosissime magnolie sono l'ideale. Un paravento, per cambiarvi o far cambiare il vostro ospite aiutando la fantasia a immaginare che cosa succede dietro il raso fiorato. Uno scrittoio, una console, una o due poltroncine in legno e velluto. Fondamentale una dormeuse. Vietato il letto, troppo esplicito. Vietati mobili moderni. Piuttosto, cuscini ovunque, anche in terra. E tende. Il rosso è il colore giusto. Osate, soprattutto. Michel Delon intitola l'ultimo capitolo del suo libretto «Il diritto al boudoir». E scrive: «Qual è la fascinazione che ha fatto creare al fondo degli appartamenti tali capolavori? Chi li ha fatti descrivere, vivere con parole? È forse il senso di un'intimità che confina col segreto e il divieto. Più della camera da letto o del gabinetto di toilette di cui si conoscono le funzioni, il boudoir appare come un luogo di solitudine o di un incontro a due che risveglia la curiosità...Ogni colore, ogni mobile, ogni oggetto vi diventano metafore. Quando acquista troppa pesantezza, troppa realtà, il boudoir si muta in bric-à-brac o in museo. Esso deve conservare un difficile equilibrio tra lusso e spirito. Le idee, come voleva Balzac, devono restarvi "voluttuosese, indecise, fluttuanti"». Li. Lom.

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