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Quando il boss giocava a pallone

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.Dell'altro, Paolo Frau, anche lui della banda e poi morto ammazzato, quando era nel bar sotto casa incollato ai primi videogiochi. Di Roberto detto Cappottone quando era il coraggioso del quartiere e andava a riprendere il portafogli scippato al vecchietto che tutti conoscevano riscuotendo gratitudine e ammirazione di chi lo vedeva tornare col maltolto. Oggi è in carcere accusato di aver sparato a un mafioso. E ancora. Della br Barbara Balzerani quando viaggiava sull'autobus 05 barrato. E di ragazzini diventati mito, come Stefano: ha scommesso che avrebbe mangiato pane e merda e alla fine ha vinto. Sono «Storie bastarde» e maledettamente vere riepilogate in 179 pagine volute dall'editore Avagliano. A scriverle uno di quei ragazzini che ha dribblato la vita e oggi è cronista del Messaggero, Davide Desario, classe 1971. Nel libro l'ordine dei fattori è invertito. Protagonisti non sono i personaggi che hanno fatto la storia criminale ma quei giovani che sono cresciuti assieme a loro e poi il destino «bastardo» li ha dirottati su strade diverse. Il titolo inchioda questa coesistenza tra chi si è salvato dal crimine e chi invece ci è scivolato dentro.

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