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La «rimpatriata» diventa più informale

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Sitratta di dire basta a ristoranti, discoteche e ricevimenti nei luoghi più fashion della città: è di moda mangiare, vedere la televisione e giocare tra le quattro mura domestiche, insieme agli amici, da invitare per una cena e un film da vedere, tutti insieme appassionatamente. Spopola in Francia, ma piace a sette italiani su dieci, la casa: ultima trasgressione. Chissà quante volte è capitato anche a voi, dopo una pesante giornata di lavoro, di non vedere l'ora di calzare le pantofole e sprofondare sul divano del vostro salotto? Poi, il tempo di trovarvi col capo reclinato sul guanciale, che la voce della coscienza già aveva fatto risorgere dalle ceneri quel ricordo dell'invito a catapultarvi nel locale più modaiolo della città. E allora via di nuovo, con i tacchi a spillo al posto delle calde ciabatte o la cravatta delle grandi occasioni al posto del pigiama. I primi a fare outing sono stati i giovani francesi, cominciando a rinunciare ai bagordi, forti che gli amici sarebbero andati a trovarli a casa. A casa loro. Dove l'ambiente è caldo e ospitale, dove la compagnia è decisamente piacevole e dove si corre anche il rischio d'essere presi per la gola, con una cena "casalinga", ma che non fa rimpiangere a nessuno la mancata abbuffata al ristorante. Già, perché come gli uomini, anche gli ospiti bisogna prenderli per la gola. I bon vivant credono di aver scoperto l'acqua calda, eppure a chi piace cercare il pelo nell'uovo lo troverà in Italia, dove ci si è arrivati prima degli altri a praticare questa tendenza, senza saperlo neppure, preferendo diffonderla col passaparola. È capitato al cantautore Mario Lavezzi che, con la moglie, sono da sempre abituati a ritrovarsi con gli amici, con i quali giocano a black jack e chemin de fer, mettendo caramelle, dolci e al più gomme da masticare come premi in palio: «Il piatto forte di mia moglie, romana, è la pasta alla matriciana o alla carbonara». Stesso vale per Mina, che ama le sfide a scopone scientifico tanto quanto Raffaella Carrà sensibile al gioco dei mimi. Marcella Bella invece adora i raduni stile glamour, in linea con le colleghe di shopping con le quali, tra un piatto siculo e l'ascolto di qualche nuovo brano musicale, ha in comune la passione per i fiori bianchi e i cioccolatini. C'è da dire che comunque questa moda è iniziata con una pubblicità della compagnia telefonica Orange che, a Parigi, voleva spingere le persone ad usare i propri servizi: socializzando. Pare proprio l'obiettivo sia stato raggiunto. Lo pensa anche Isabelle Adjani e Paco Rabanne che adorano fare qualche gara alla playstation o ai quiz musicali. Basta però tener fede a una ricetta: libri quanto bastano, film solo scaricati da internet, giochi in stile Monopoli o Risiko e colonne sonore a gentile richiesta. E se ci sono i bimbi? «Per i più piccini consiglio di svolgere giochi in cucina», dice Maria Elena La Banca, autrice di "101 giochi creativi e intelligenti" (Newton Compton): «Preparare un dolce insieme: unisce la manipolazione di ingredienti naturali all'utilità di una bella torta da gustare con tutta la famiglia. Invece ai più grandicelli suggerisco giochi di drammatizzazione, tipo "facciamo finta che io sono il bambino/a e tu sei la mamma/papà?", per scoprire come ci vedono i nostri figli!»

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