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Al Foro riapre la Casa delle Vestali

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Intornoal 15 dicembre, si potrà finalmente accedere a quello che gli archeologi considerano a tutti gli effetti il «cuore di Roma», inaccessibile ormai da decenni. Il cantiere si concluderà tra poco meno di un mese e mezzo nell'ambito di un intervento di restauro che è stato sostenuto complessivamente con un finanziamento di 180mila euro, di cui 100mila con fondi interni della Soprintendenza archeologica di Roma e circa 80mila con fondi Arcus. «Dopo l'apertura dei sotterranei e del terzo livello del Colosseo, mettiamo a segno ancora un altro traguardo importante per l'archeologia romana perché daremo la possibilità alle persone di entrare in un luogo straordinario che non era più accessibile da oltre vent'anni», ha commentato il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro. Il restauro ha dato nuova luce alla struttura d'epoca imperiale, eretta dopo l'incendio del 64 d.C e risalente alla ristrutturazione sotto Settimio Severo nel II sec. Un atrio-giardino di forma rettangolare lungo quasi quaranta metri dove si aprono tre bacini d'acqua (due quadrati più piccoli alle estremità e uno centrale rettangolare più grande), circondato un tempo da un portico di cui oggi rimangono le tracce a terra dei basamenti, dove sfilano ancora, unico caso in tutto l'area archeologica centrale, le statue originali in situ, dedicate alle Vestali. «Per l'apertura al pubblico, sarà sistemato tutto il manto erboso e saranno ripristinati a mò di balaustra i roseti autoctoni intorno ai tre bacini che saranno riempiti d'acqua - ha spiegato la direttrice del Foro Romano, Maria Antonietta Tomei - Nel frattempo le statue sono state già tutte pulite, e gli archeologi hanno ricomposto le tracce di mosaico a tessere bianche e nere che un tempo rivestivano il portico». Altro settore coinvolto dal restauro è il «tablino», un ambiente sopraelevato che si apre sul lato corto a sud-ovest dell'atrio, «una sorta di sala di rappresentanza, di riunione o anche sala da pranzo un tempo coperta da una volta, dove si aprono tre ambienti sui due lati». Si pensa che questi potessero essere le camere delle Vestali, ma oggi custodiscono, come una sorta di museo, tutti gli apparati decorativi della Casa. Dalla parte opposta, si scopre la zona delle terme delle Vestali, dove sono state messe in luce le strutture più antiche risalenti all'epoca repubblicana. «La Casa delle Vestali può essere veramente considerata il cuore di Roma, legata com'è a questo luogo dalla protostoria fino al cristianesimo - racconta l'archeologa Patrizia Fortini - Il culto di Vesta è il più antico di Roma, basti solo considerare che il sacro fuoco di Vesta garantiva la sopravvivenza dello stato romano sul piano politico e religioso. Ma quello che colpisce è che questo complesso, l'unico abitativo del Foro Romano, ha un impianto che ricorda il sistema di un'abbazia medievale».

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