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Quella mummia che piace da paura

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diANTONIO ANGELI Nome: Adele, professione: cacciatrice di mummie. È la protagonista dell'ultimo kolossal avventuroso per famiglie firmato Luc Besson: «Adele e l'enigma del faraone», arrivato questo fine settimana nei cinema di tutt'Italia. È il film che ragazzini e teen-ager vogliono andare a vedere e i genitori li portano volentieri perché, strano ma vero, un bel film di mummie piace a tutti. La prima mummia-star cinematografica risale (addirittura) al 1932. Ad uscire dal sarcofago dopo due o tremila anni di un sonno che proprio non voleva essere eterno c'era il terrificante Boris Karloff. Classe 1887 Karloff, con rispetto parlando, faceva paura anche senza trucco. Eccezionale attore di teatro divenne, con qualche benda, il protagonista di «La Mummia». Fu un successo travolgente, con molti remake. Ci fu una Mummia nel '59, una nel '69, fino ad arrivare alla famosa serie con Brendan Fraser, nella quale la Mummia è il tenebroso Arnold Vosloo, attualmente a quota quattro film. Indimenticabile la rivisitazione televisiva francese del '65: «Belfagor il fantasma del Louvre», nel quale, si scoprirà alla fine, il «mostro» è la (allora) bellissima Juliette Greco. Ma qual è il segreto di tanto successo? Pochi lo ricordano, ma dietro al «non morto» Imoteph c'è uno dei più grandi scrittori dell'800: sir Arthur Conan Doyle. La Mummia e Sherlock Holmes sono fratelli... il papà è lo stesso.

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