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Fuga dall'Italia

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diDINA D'ISA La figura femminile è in primo piano, nella versione materna o in quella scabrosa e sensuale, alla quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (28 ottobre 5 novembre). Ma nei 16 film in concorso spiccano anche altri temi scottanti, come la famiglia nella sua espressione più politica, il sesso estremo, il disastro della scuola, fino all'elaborazione del lutto. Il presidente Gian Luigi Rondi ha ricordato gli omaggi della rassegna: le pellicole restaurate, «Rashomon» di Akira Kurosawa e «La Dolce Vita» di Fellini; la serata dedicata a Ugo Tognazzi, con il documentario «Ritratto di mio padre» della figlia Maria Sole e la proiezione del film «Il padre e lo straniero» di Ricky Tognazzi con Alessandro Gassman e Xenia Rappoport. Oltre al focus sul Giappone, un ricordo particolare e un premio alla memoria della sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico, da poco scomparsa. Poche le star che hanno confermato la presenza, una tendenza che testimonia la crisi anche nella Capitale (dopo i festival di Cannes e Venezia). Riflettori puntati sul film d'apertura «Last Night» di Massy Tadjedin con Keira Knightley e Eva Mendes sul tappeto rosso, seguite - il giorno dopo - da «Les petits Mouchoirs» di Canet con Marion Cotillard. Non ha perrò confermato Nicole Kidman, protagonista e produttrice di «Rabbit Hole» di John Cameron Mitchell, mentre Martin Scorsese con il suo pilot televisivo «Boardwalk Empire» farà un collegamento video da Parigi, dove sta girando il suo primo film in 3d. Ci sarà, invece, Julianne Moore per ricevere l'Acting Award e presentare il suo ultimo lavoro, «The kid are all right» (fuori concorso). Attesa Fanny Ardant, in veste di regista del suo corto «Chimere assenti» (sulla comunità Rom romana) e David Fincher per l'anteprima del suo film sulla genesi di Facebook, «The social network». Se per Roberto Ciccutto, responsabile di Busines Street «il mercato romano è in crescita», per la direttrice Piera Detassis «l'età degli autori si è quest'anno abbassata e sono molti i registi del '64. Anche la madrina sarà la giovane Valeria Solarino e si potrebbe ipotizzare il titolo "2010 Fuga dall'Italia", visto che, curiosamente, almeno tre dei quattro film italiani in concorso non parlano italiano e si rivolgono a realtà di altri Paesi». Certo, sorprendono un po' i nostri registi in gara, tutti giovani, non popolarissimi e per giunta indirizzati verso storie di Paesi stranieri. A cominciare da «Gangor» di Italo Spinelli (al suo terzo lungometraggio), di co-produzione italo-indiana. Tratto dal racconto bengalese di Mahasweta Devi «Dietro il corsetto» (parte della sua trilogia sul seno), racconta la storia vera di un fotografo inviato nel Bengala per un reportage sulla violenza subita dalle donne tribali: una sua foto, quella di Gangor che allatta il suo bambino, diventa però oggetto di scandalo, cambiando la vita della donna. La pellicola è girata in hindi. Altro film realizzato su set esotici, tra Matmata, Monastir e El Kef, in Tunisia, è «Io sto con te» di Guido Chiesa (con una decina di film alle spalle), tra attori locali e italiani (tra i quali Carlo Cecchi, Giorgio Colangeli e Fabrizio Gifuni), che mette a fuoco la vita di Maria di Nazareth, sulla Madre di Gesù e sul suo rapporto con il Figlio, affresco laico e spirituale che si rifà a vangeli apocrifi e canonici, con pastori che recitano in aramaico antico. «Una storia tranquilla» (co-prodotto da Italia, Francia e Germania) di Claudio Cupellini (al secondo film) è incentrata sulle vicende di un 50enne che vive in Germania, dove gestisce un ristorante con la moglie e il figlio, finché non si riaffaccia il suo passato di camorrista con l'arrivo di due boss. «La scuola è finita» di Valerio Jalongo (al quarto lungometraggio) con Valeria Golino, è infine nel segno dell'Italia, quella scolastica dell'Istituto Pestalozzi di Roma, dove c'è un ragazzo problematico che distribuisce pasticche ai compagni, mentre una delle prof, impegnata nel suo recupero, entra in competizione con un altro collega per il metodo educativo da adottare. Discorso a parte meritano le sezioni parallele. Se ad «Alice nella città» diretta da Gianluca Giannelli spicca l'anteprima delle «Winx Club» in 3d, ne «L'altro Cinema - Extra», sotto la direzione di Mario Sesti, la sessualità è protagonista con «Yoyochu in the land of the Rising Sex» di Ishioka, che filma solo donne che provano realmente l'orgasmo. Sesso estremo anche in «The Canal Street Madam», vicenda di Jeanette Maier, maitresse di New Orleans che ospitava nella sua casa d'appuntamento molti politici. Non mancheranno i duetti (tra Buy e Orlando, Salvatores e De Cataldo, le lezioni (con John Landis e Camilleri), il filmato su Spreensteen e l'omaggio a Corso Salani. Tra gli eventi speciali, l'anteprima del kolossal «Dylan Dog» di Munroe nella notte di Halloween e «Porco rosso» di Miyazaki. Tanta carne al fuoco, quindi, in un festival che - ha sottolineato la direttrice Francesca Via - conta su 160 sponsor, 13,5 milioni di euro, di cui 8,2 per il festival, 1,3 per il mercato Business Street e 3,8 per le attività annuali della manifestazione.

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