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Quando l'Alzheimer diventa cronaca e poesia con musiche di Ortolani

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Fraun uomo e una donna, Lino e Chicca, felicemente sposati da venticinque anni anche se, attorno, le loro famiglie si dispiacciono perché non hanno avuto figli. Lui è un noto giornalista sportivo, lei insegna con successo all'università. Nel loro orizzonte sempre sereno si affaccia però un'ombra. Alcune distrazioni e certi gesti incontrollati di Lino non tardano a fargli diagnosticare l'Alzheimer. Chicca sulle prima cerca di nasconderglielo poi gli si dedica anima e corpo accudendolo via via come il bambino che non hanno avuto. A un certo punto con rischi seri perché quella malattia può presentarsi anche con episodi aggressivi. Per evitarli, Chicca, una prima volta accetta di affidare Lino alle cure degli esperti, lasciandolo solo, poi torna sospinta da un amore molto più forte dei pericoli cui può andare incontro. Ma la conclusione per entrambi sarà funesta. Anche se spesso l'accento è su quella, non è la storia di una malattia. È l'analisi di un amore che assume facce diverse a seconda dei due personaggi che se ne fanno guidare, lui perso nel buio rischiarato solo dai ricordi d'infanzia e a tratti dalla coscienza spesso solo istintiva dei sentimenti che prova, lei al contrario lucidamente portata da quegli stessi sentimenti a una dedizione totale che sconfina presto nell'annientamento. Esposto tutto con accenti lineari, in ambienti familiari tranquilli in cui le increspature si lasciano emergere solo a poco a poco, in quelle cifre delicate e sommesse che da anni ci si precisano come il "tocco" di Avati, fra cronaca, poesia, nostalgia e commozione: sempre manifestate con meditata misura. Lo esprimono qui alla perfezione due interpreti che vi partecipano con finezza assoluta. Fabrizio Bentivoglio nella rappresentazione di quella malattia che la sua mimica e i suoi gesti si limitano abilmente a sfumare. Francesca Neri con una tensione drammatica affidata sempre a splendidi equilibri. Mentre, attorno, la nitida fotografia spesso negli esterni quasi magica di Pasquale Rachini e le musiche liriche e quasi sospese di Riz Ortolani arrivano ad evocare per loro delle atmosfere di sottile emozione.

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