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Gli intellettuali europei in cammino verso Oriente

Surf a Gaza City nella foto di Alessandro Gandolfi per le mostra Grande Venezia

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Una volta era il viaggio in Italia il banco di prova dei letterati di ogni provenienza che desideravano nutrirsi dei paesaggi e delle testimonianze di quell'incontaminato bacino della cultura classica da cui prendeva vita tutta la civiltà occidentale. Ormai tutto è cambiato: il mondo è globalizzato e lo sguardo va esteso necessariamente verso Oriente, lo snodo che dal Medioevo a oggi ha acquisto una sempre crescente valenza storica e culturale, assumendo una non più trascurabile attualità.   Ecco perché la terza edizione del Festival della Letteratura di Viaggio, organizzato dalla Società Geografica Italiana insieme a Federculture e ambientato nella Capitale da domani al 3 ottobre, si dedica al Levante, muovendosi dal nostro Paese e dirigendosi verso l'est del Mediterraneo. Si tratta di un progetto a basso costo, con fruibilità gratuita per i cittadini, che coinvolge collaborazioni e sinergie di istituzioni pubbliche e private, «utile a tutti noi per fare il punto sul significato antropologico e culturale del viaggio, nella speranza che presto possa trasformarsi in un appuntamento finanziato dagli stessi operatori del settore», come ha dichiarato l'assessore Umberto Croppi. Nei luoghi speciali di Villa Celimontana, del Palazzo delle Esposizioni, del Tempio di Adriano e nel circuito delle biblioteche romane si sviluppano la rappresentazione e il racconto del mondo attraverso letteratura, geografia, cinema, fotografia, teatro, musica, archeologia, filosofia e storia. Il programma multidisciplinare prevede due mostre: «Cose Turche. Racconti dei viaggiatori italiani tra XVI e XX secolo», a Villa Celimontana fino al 3 ottobre, e «Grande Venezia. Terre e genti fino a Istanbul e Alessandria», che mette a confronto le antiche stampe e la cartografia del passato con fotografie d'autore dei Paesi odierni, spesso sconquassati da povertà e conflitti di ogni genere, al Palazzo delle Esposizioni fino al 24 ottobre. Oltre alla rassegna «Da Marrakech a Puerto Escondido, viaggio nel cinema di Gabriele Salvatores», si potranno anche seguire 4 lezioni, rispettivamente di geopolitica, geografia, musica e giornalismo, i 3 premi «Parole in corsa», «Movimenti», e «La navicella d'Oro», 5 video interviste esclusive a Claudio Magris, Amos Oz, Paolo Matthiae, Gianrico Carofiglio e Gabriele Salvatores, nonché 20 incontri con più di 50 ospiti, che vanno da Umberto Galimberti a Melania Mazzucco, da Syusy Bladi a Giuseppe Cederna, da Piergiorgio Odifreddi a Gianni Vattimo. Alla serata inaugurale parteciperà anche lo studioso e scrittore Pedrag Matvejevic, ex jugoslavo di padre russo e madre croata, ormai cittadino italiano, che ha confessato: «Sono commosso e lacerato di tornare a Roma, dove ho vissuto per ben quattordici dei miei diciotto anni di asilo e di esilio. Ho scritto qui e pubblicato i miei libri, fra cui il Premio Strega "L'altra Venezia" e mi sono sempre chiesto per quale ragione l'Italia non abbia mai avuto una politica mediterranea. Credo che il festival tenti proprio di superare questo limite». Il viaggio come strumento per conoscere l'altrove e gli altri deve costituire un'esperienza del presente, anche se, come tutta la cultura, ha radici nel passato ed è proiettata verso il futuro.   Dal processo dell'immaginario all'avventura responsabile, dall'apprendimento virtuale al turismo ambientalista, dall'itinerario personale all'impegno di integrazione, tutte le possibilità di esplorare il mondo diventano così occasioni per allargare la mente, ma soprattutto per darle forma.  

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