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Jokerman Dylan, il menestrello sulla macchina del tempo

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Jokerman Dylan

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Siamo abituati a vederlo affannarsi rugoso sui palchi di mezzo mondo. Ancora abbarbicato alla sua chitarra dopo quasi settant'anni di strada. Da anni impegnato in quel «Neverending Tour» che a stagioni alterne lo porta a suonare alle nostre latitudini. Dylan è un po' come quei saggi un po' brontoloni ma pronti a dispensare perle. Per nulla disposto a cedere neanche un centimetro. Consapevole che le conquiste della coscienza non sono merce in vendita. «Jokerman dance to the nightingale tune/Bird fly high by the light of the moon/Oh, oh, oh Jokerman». Dylan la cantava nell'83 e il vestito del buffone lo indossa ancora oggi. Maschera nuda che si svela e lo fa montare sulla macchina del tempo. La colonna sonora sono le canzoni di un ragazzo di nemmeno ventiquattro anni. Ancora incerto sul futuro ma col piglio di chi sa di avere molte cose da dire. E che sa farsi ascoltare. Sembra quasi di vederlo quell'imberbe Dylan suonare solo voce, chitarra acustica e armonica di fronte ai suoi primi editori. Le canzoni erano quelle di sempre: «Man On The Street», «Ramblin' Gamblin' Willie», «Blowin' In The Wind», «The Times They Are A Changin'», «Masters Of War» e «Mr. Tambourine Man». Il menestrello di Duluth le registrava per proporle ai direttori della Leeds Music e della Witmark & Sons. Tra il '62 e il '64 si ponevano le basi di quello che sarebbe successo dopo. Dal 19 ottobre potremo riascoltare queste versioni nel cofanetto pubblicato dalla Sony «The Bootleg Series Vol. 9 - The Witmark Demos». Si tratta di 48 demo originali con una chicca nella chicca. Quindici canzoni inedite, composte da Dylan a inizio carriera e finora mai pubblicate ufficialmente: «Ballad For A Friend», «Long Ago, Far Away», «The Death Of Emmett Till» e «Guess I'm Doing Fine», alcune di loro. E si potranno riascoltare anche i primi otto album ufficiali nelle versioni mono originali rimasterizzate. La Sony li rimetterà sul mercato nei «The Complete Mono Recordings» su cd e vinile. Dall'omonimo «Bob Dylan» del '62 fino a «John Wesley Harding» del '67. Jokerman Dylan ci porterà a spasso nel tempo. Prima e dopo il successo. Prima e dopo le luci della ribalta. Fino a che il «Neverending Tour» avrà fiato per camminare. Sulle proprie gambe.

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