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L'unico rimpianto il figlio mai nato

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MilenaVucotic, recitare è...? Recitare è come partire e partire è morire un po'. Sì, recitare è morire un po'. È una tale emozione sempre. Ma qualche volta si è ai bordi della consapevolezza. Che è comunque anche una grande gioia. A teatro tra qualche settimana, dove? Teatro Manzoni, Roma. Con una stupenda Valeria Valeri. Come? Due attrici in "Le fuggitive". Due donne che scappano. Una (Valeria) da una casa di riposo, l'altra (io) da casa sua il giorno del compleanno dei diciotto anni di sua figlia. E si ritrovano insieme a fare l'autostop e lì comincia l'avventura. Un testo francese contemporaneo con l'ottima regia di Nicasio Anselmo. Quando? Il 28 settembre la prima. fino al 24 ottobre. Perché? Perché recito con Valeria Valeri che è stata la mia mamma in "Giamburrasca" ed è per me una gioia assoluta. È un testo brillante, comico. La vita è? Meravigliosa. Malgrado tutto. E la sua vita sinora è stata? Difficile, la vita è complessa per tutti. La difficoltà spesso è non farsi travolgere dalle vicissitudini che prima o dopo accadono a tutti. Il teatro è? Il mio primo amore anche se lo tradisco, a volte, con piacere, per il cinema e la televisione. E il suo primo amore? Il teatro, la mia vita, perché sono figlia d'arte. Mio padre musicista e autore teatrale. Il primo amore con un uomo? L'uomo che ho sposato da pochissimo, Alfredo Baldi, storico del cinema. Le manca un figlio? Sì, moltissimo. È forse il vero ed unico rimpianto di tutta la mia vita. E qualche rimorso? Non essere spesso forte, a volte sono debole e vulnerabile. Il tempo che passa le procura tristezza? Con il tempo che passa si prende coscienza della ricchezza della vita e del premio di stare al mondo. La morte le fa paura? Dipende dai giorni. La bellezza è un mestiere? Sì, forse bisogna coltivarla perché è importante a volte. Ma alla fine di tutto. E la vecchiaia? Bisogna riuscire a godere di questa fase della vita piena di possibilità anche creative che è necessario saper cogliere e non mollare mai la meta e il sogno. Un suo ricordo da bambina. Tanti. Sentire suonare mia madre e io sotto un pianoforte a coda. E suo padre? Mio padre mi parlava attraverso il suo silenzio. Conosce le lacrime? Certo. Cerco di evitarle anche se le lacrime possono essere di emozione, di felicità e quando ci si emoziona si è comuque forti ed importanti. Le emozioni ci nutrono e ci tengono sempre aperti alla scoperta della vita. Dio è un suo amico? È sempre lì attraverso ogni espressione a prescindere dai riti e dai dogmi. Cosa le manca? Un po' di ordine nella grande confusione nella quale viviamo a ogni livello. Bisogna ritrovare tutti un sano equilibrio. Il fascino è definibile? «È indefinibile. Il fascino del fascino è che è indefinibile». Conosce la sessualità? È parte di un percorso che ognuno di noi abita a modo suo. E la volgarità? È sicuremente l'arroganza, l'aggressività. Qual è la sua televisione ideale? La televisione per me è "Un medico in famiglia". Sto registrando altre puntate di una nuova serie. Il suo valore più valore? L'amore, in tutte le sue forme. La paura più paura? La paura di avere paura o di prendere coscienza della paura. Sa ridere? Altroché. Ridere è una delle cose più sane e più vitali. È finita quando è finita? No, no... È tutto infinito.

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