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«Camp Orange è una sfida di coraggio e amicizia»

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PaoloBernardini, cosa farete a "Camp Orange"? «Allora, ci sono delle coppie di amici che si troveranno a gestire delle sfide. Vince la squadra che finisce la gara nel minor tempo». Dove si svolgerà il tutto? «A Madonna di Campiglio». Cosa faranno i ragazzi? «Ne avranno di ostacoli da superare... Si tufferanno nei torrenti gelati e cose del genere». Prove avventurose? «Sì. E molto faticose». Come avete scelto i giovani? «Prima di tutto in base al rapporto, alla loro amicizia e alla loro voglia di mettersi in gioco e affrontare nuove prove. Le coppie hanno soprattutto voglia di avventurarsi e, naturalmente, amano la natura. Abbiamo inoltre insegnato loro a non sprecare l'acqua. Sono tutte cose che si fanno in un vero campeggio. Tanti si devono confrontare con il proprio coraggio, non è facile lanciarsi da una fune su uno strapiombo. E a volte subentrano paure, come quella per gli insetti». E il rapporto tra loro? «Sono nate delle grandi amicizie. Come è successo per un gruppo di ragazzi che, passata questa esperienza, sono rimasti amici. Nel rispetto della natura e degli altri». Mi può portare come esempio una gara che dovranno superare? «Sono tutte prove emozionanti e toste. C'è stata una prova di coraggio con i ragazzi che, in sicurezza, dovevano calarsi da un costone in montagna e si dovevano poi tuffare da una grande altezza in un torrente gelido». I suoi prossimi progetti? «Ho in mente sia progetti insieme a Nickelodeon che altri, che sono ancora da definire. E poi, nella mia vita privata, ci sono anche cinema, teatro e televisione». Un buon motivo per guardare Camp Orange? «Ce ne sarebbero talmente tanti... Se fossi un telespettatore e avessi visto anche le passate edizioni (una delle quali girata in Sardegna), sarei curioso di vedere come se la cavano i ragazzi in mezzo ai boschi».

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