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Nel dramma dei Malavoglia l'esordio dello scrittore Consolo

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Sullanave c'è Alef, che approfittando della confusione riesce a scappare. 'Ntoni, un ragazzo di 20 anni che scrive canzoni demenziali, lo aiuta e gli trova lavoro. Poi con un suo brano rap composto con i proverbi del nonno, 'Ntoni avrà successo e potrà risollevare le sorti della famiglia di pescatori che vivono nella casa che tutti chiamano del Nespolo. Questa la storia dei «Malavoglia» di Pasquale Scimeca, in concorso nella sezione Orizzonti alla 67/a Mostra del Cinema di Venezia. Stavolta, il regista siciliano rilegge il capolavoro di Giovanni Verga dal quale Luchino Visconti trasse il capolavoro, «La terra trema». Emerge la Sicilia e il Sud del mondo e «la condizione dei giovani di oggi che non hanno lavoro e prospettive, la disperazione mentale di chi non ha radici e identità e il proprio ruolo nel mondo - ha spiegato Scimeca - L'intreccio, la storia e il carattere dei personaggi e quel senso della metafora della tragicità dell'esistenza umana in cui sta la grandezza di Verga, sono le cose più vicine al romanzo "I Malavoglia". Si allontana dal libro di Verga, che non si conclude in modo positivo, il finale che nel mio film lascia un minimo di speranza ed in questo senso è più vicino a "La terra trema" di Visconti che finisce bene». Nel film Scimeca ripropone tutte le problematiche del nostro tempo: «I ragazzi - spiega il regista - vivono con la grande illusione del Grande Fratello, di Amici, di qualcosa, un colpo di fortuna, un passaggio in tv, che risolva all'improvviso tutti i loro drammi. 'Ntoni ha questa illusione, scrive canzoni demenziali che manda alle case discografiche. Oggi tutte le canzoni del nostro tempo sono demenziali. Se senti quelle di Sanremo non sono migliori di quella di 'Ntoni nel mio film» che è musicata dal siciliano Alfio Antico, scoperto da Eugenio Bennato che ha lavorato con Tullio De Piscopo e Carmen Consoli. 'Ntoni è interpretato da Antonio Ciurca che abbiamo già visto nel «Rosso Malpelo» di Scimeca. Il resto del cast sono pescatori, muratori, ragazzi al loro primo film. C'è anche lo scrittore Vincenzo Consolo nella parte di se stesso: «Mi sono sempre chiesto perché Verga avesse chiamato Provvidenza una barca che affonda due volte. Mi sembrava che la figura più adatta a fare questa domanda nel film dovesse essere un grande scrittore del nostro tempo come Consolo. La barca si chiama Provvidenza perché è un nome di buon augurio».

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